La stessa gerarchia che impera nell’essere umano, nella sua articolazione e organizzazione personale — con l’animico e il somatico sottomessi allo spirituale — deve imperare nella struttura sociale. Il sociale, collettivo o comunitario è un riflesso ampliato dell’individuale e personale.
L’ordine sociale è una manifestazione concreta dell’Ordine universale sul piano umano e nel divenire storico. La società umana deve stare in armonia con l’Ordine cosmico, l’Ordine naturale. La società tradizionale è espressione dell’Ordo, del Dharma.
Per questo una sociologia corretta, giusta, sana e ben fondata (saggia, legittima) deve essere basata sulla Cosmologia (la Dottrina cosmologica, la Scienza e la Conoscenza sacre del Cosmo), la Sociologia è in realtà un ramo della Cosmologia (così come dell’Antropologia). Senza un’adeguata dottrina cosmologica non si può intendere pienamente, a fondo, nella sua più ampia e profonda portata, la realtà umana, sia nella sua dimensione sociale e culturale sia nella sua dimensione storica.
La forma ideale di organizzazione sociale è la Comunità: tipo di organizzazione fondata, basata su solidi principi spirituali e animata da un soffio sacro; unita da vincoli affettivi, storici e vitali, e non da interessi materiali. La Comunità ha come fondamento e cemento unificante, e anche come linfa vitale, la forza dell’Amore piuttosto che essere basata sul calcolo egoistico, che non fa altro che separare, dividere e contrapporre.
L’Ordine cosmico, la ricchezza della creazione, si manifesta sul piano umano attraverso tre realtà vive e fondamentali, che non sono una creazione umana e che hanno un profondo significato, insieme alla loro dimensione qualitativa, la loro qualità distintiva e arricchente, organica e personalizzante: Sesso, Casta e Razza; i sessi, le caste e le razze.
Nei sessi, le caste e le razze si rende visibile e palese, come non potrebbe essere altrimenti essendo opera del Creatore, lo stesso sublime mistero che ci si manifesta nel mistero del Cosmo e nel mistero dell’uomo (un mistero che non è in grado di captare né comprendere la ragione discorsiva, arma o strumento prediletto del razionalismo). Si tratta di realtà vive, con un messaggio ed un significato spirituali, misteriose sia sulla loro origine sia sulla loro natura e significato.
Tre realtà che l’ordine tradizionale rispetta, difende, protegge, promuove e coltiva come qualcosa di sacro, sorto dalla mano di Dio. Tre realtà che la civilizzazione moderna, profana e profanatrice, anti cosmica, livellatrice, egalitaria e democratica, cerca di minare, diluire e distruggere con tutti i mezzi.
Casta=vocazione profonda e fondamentale (sacerdotale, contemplativa o intellettuale, guerriera, mercantile o economica, artigiana o lavorativa, agraria o contadina, ecc.).
Razza=Radice, radici vitali; Sangue, eredità, tradizione carnale e sanguigna, genetica, biologica o vivente. Una realtà naturale che perdura lungo i secoli e si manifesta in caratteristiche sia fisiche sia animiche e spirituali. La Razza va concettualmente e vitalmente legata alla famiglia, al lignaggio, alla parentela, la tribù, l’etnia, la nazione, la stirpe, l’idioma (la lingua materna), il focolare, la patria, la nazionalità, la terra in cui si è nati, gli usi e i costumi, i mores (o morale collettiva), l’eredità degli antenati, il lascito del padre e della madre. Concetti, tutti questi, pieni di mistero, che acquistano una grande importanza nella Cultura tradizionale.
Eccoli i tre aspetti fondamentali della realtà umana che deve tenere in grande considerazione qualunque società, civilizzazione o cultura per svilupparsi, crescere, funzionare e vivere in ordine, in modo sano e vigoroso: il sessuale, il razziale e il castale o vacazionale. Tre volti o aspetti dell’umano che fanno parte dell’ordine naturale e sono autentiche forze cosmiche. L’ignorarle o andargli contro non può che generare situazioni catastrofiche e inumane (antiumane), comportando mali di ogni tipo.
Nella Comunità tradizionale acquistano un ruolo fondamentale i corpi intermedi, le istituzioni, entità e organismi sociali posti tra il Potere e gli individui (la società o la popolazione), dando forma e articolazione a quest’ultima, che cessa di essere semplice numero, “massa” o agglomerazione indifferenziata di “gente”, demos o mucchio demotico manipolabile dalla demagogia e dalla tirannia, per convertirsi in autentico “popolo”, organizzato in libertà, cosciente del suo dovere, con le sue proprie risorse e le sue proprie forze, che non necessita dei favori e delle lusinghe corruttrici dei poteri pubblici (col loro rozzo clientelismo), non si piegherà davanti alle loro minacce né tollererà le loro interferenze, intromissioni o pressioni tanto arbitrarie quanto illegittime.
Fra questi corpi intermedi bisogna citare: la famiglia, le imprese, le gilde o corporazioni, le associazioni sindacali, le cooperative, le associazioni professionali e culturali, i ceti, gli ordini e le organizzazioni religiose, gli istituti educativi (scuole, collegi, università), le istituzioni locali (municipali, regionali), ecc.
La Comunità è unita da forti vincoli, che trascendono l’interesse o capriccio personale, ed è retta dai criteri di gerarchia, differenziazione, autonomia e libertà, coordinamento e unità. È un chiaro esempio dell’unità nella pluralità e della pluralità nell’unità. Nella Comunità tradizionale regna l’unità, ma non l’uniformità, che è l’adulterazione e la deformazione della vera unità, suo riflesso degradato ed opposto.
La Comunità è impregnata di un alito aristocratico: cerca l’elevazione di tutti i suoi membri, ognuno nel suo ambito e conformemente alle sue capacità, ma cercando sempre il meglio. Chiede e promuove che ogni gruppo o segmento dell’insieme svolga la propria funzione con aristia, con nobiltà e dignità, cercando di ottenere l’eccellenza al servizio del Tutto di cui fa parte.
Nella Comunità e nella Cultura tradizionali impera non la quantità ma la qualità. Cercano sempre il meglio, l’eccellenza, la nobilitazione, la pienezza, il superamento di tutti i livelli. Il suo obiettivo è la perfezione, nella misura in cui può ottenerla l’essere umano (pur sempre imperfetto). Superamento e perfezione che conducono alla liberazione, alla salvezza e all’illuminazione della persona.
Il Potere e l’Autorità non vengono dal basso, ma da sopra, dall’Alto. Non possono scaturire dal popolo, né tanto meno dalla massa o dalla plebe amorfa. Necessitano di una consacrazione discendente, spirituale e dunque trascendente, che li innalzi su un piano superiore e li legittimi permettendogli così di sviluppare ed esercitare tutta la propria potenza.
Il popolo raggiunge il suo compimento, il suo pieno e legittimo potere, con la sua organicità e vitalità, esercitando la funzione o le funzioni che gli corrispondono, quando si sottomette spontaneamente e amorevolmente all’Autorità spirituale, l’Auctoritas che viene dall’Alto e che incarna la più elevata Sapienza, sapendo allo stesso tempo — come conseguenza di ciò — conservare il suo ruolo e destino naturali come depositario, conservatore e trasmettitore della Sapienza tradizionale in modo cosciente, serio e disciplinato (come avviene nel Folklore: sapienza, o lore, del popolo o volk). Il che gli permette di godere di una piena e fruttuosa libertà, operando come un efficiente collaboratore dei poteri legittimi e un buon garante della corretta funzione sia del Potere sia dell’Autorità. Diventa allora realtà l’adagio Vox populi, Vox Dei (“La voce del popolo è la Voce di Dio”).
La Comunità e la Cultura tradizionali sono basate sul rispetto e l’ammirazione verso quello che gli è superiore, verso coloro che sono superiori per una ragione o per l’altra (età, sapere, autorità, creatività, esemplarità): rispetto e ammirazione per i migliori, i più nobili, quelli che costituiscono un esempio o modello vivente. Cose che l’egualitarismo rende impossibili e distrugge alla radice.
Al vertice dell’ordine e della comunità tradizionali si erge una Élite spirituale che incarna la suprema autorità (anche se non detiene alcun potere), incaricata di orientare la società e vigilare sulla purezza e sulla corretta trasmissione della Dottrina. È la più pura ed elevata forma di Aristocrazia.
Ruolo fondamentale dei Maestri spirituali, che formano una catena di trasmissione sapienziale insostituibile e che istruiscono non solo con i loro insegnamenti, con le loro parole, ma soprattutto con la loro presenza, con la loro vita e la loro persona.
L’Autorità spirituale sta al disopra del potere temporale, che sia politico, militare, sociale o economico. Si impone per il proprio prestigio, per l’alta realtà che incarna, per il suo carisma, per la sua lungimiranza, per la sua sapienza e la sua eletta dignità. È riconosciuta ed obbedita senza alcuna coercizione né intervento diretto nelle questioni che non gli competono.
La massima forma di organizzazione tradizionale è l’Impero, comunità sovranazionale, con un’ispirazione sacra e una vocazione universale, nel cui seno trovano il loro perfetto inserimento i diversi popoli, razze e culture, così come rifugio, riparo, difesa e protezione, essendo garantita la loro identità e il loro posto dentro l’Ordine universale.
L’Impero affonda le sue radici, ha la sua logica ed il suo fondamento, nella Metastoria. È una costruzione metapolitica e metastorica, ispirata dalla Sacralità e dalla Trascendenza, che gli danno tutta la sua legittimità, la sua maestà, la sua forza e il suo potere. La sua ragion d’essere è l’instaurazione della Pace a livello universale, offrendola a tutto il Globo. Una Pace che è possibile solo all’interno di una cornice sacrale e sotto l’influenza e l’azione benefica di un Potere sacro.
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La crisi e decadenza della Cultura tradizionale (di una determinata tradizione) possono essere motivate dalle seguenti cause:
Ribellione contro i suoi principi e valori: luciferismo, titanismo, nichilismo.
Alterazione della Dottrina: eresie, diffusione di concezioni e posizioni eterodosse. È possibile inoltre la deviazione o degenerazione dell’élite dirigente, che cessa di esercitare la funzione che gli corrisponde e cerca di occupare territori e svolgere funzioni che non gli corrispondono. Corruzione delle élite.
Passività, paralisi, inerzia, atrofia, sclerosi, stagnazione, rigidità, fossilizzazione e pervicacia. Mancanza di creatività, di fedeltà alla Dottrina e di legame con essa. Mancanza di interesse per la stessa.
Allontanamento, oscuramento o eclissi della Dottrina: scomparsa del nucleo sapienziale, gnostico, iniziatico ed esoterico. Non ci sono più Maestri spirituali. L’organismo tradizionale rimane in superficie, all’esterno (posizione integralista o tradizionalista, meramente religiosa o confessionale, fideistica).