Dall’uomo al cyborg
In questo mondo digitale, l’obiettivo successivo diventa la soppressione delle emozioni e delle sensazioni a vantaggio dello sviluppo di un’intelligenza artificiale da impiantare nel corpo umano. Una simbiosi favorita dall’uomo moderno, chiuso a qualsiasi influenza spirituale e perso a rincorrere i suoi continui e vani bisogni di beni materiali, che accresce il suo ego, da cui l’incorrere frequente in quelli che, nella religione cattolica, sono i sette peccati capitali; avarizia, superbia, ira, gola, lussuria, accidia, invidia. Diviene quindi normale, per un’intera umanità, accettare qualsiasi prezzo da pagare, pur di mantenere lo standard di “benessere” diffuso dai media ed essere accettato dall’ambiente nel quale vive. La sottomissione al pensiero unico, questo “moderno dogma” che non deve essere messo in discussione, non viene dunque sentito come una costrizione, ma ci si allinea ad esso, come un gregge che segue ciecamente il proprio pastore. (1)
Ovviamente la loro considerazione dell’essere umano è prossima allo zero; siamo ridotti al ruolo di utenti ai quali erogare dei servizi, fintantoché saremo in grado di pagarceli e la nostra libertà è ridotta alla possibilità di scegliere tra i pacchetti già preconfezionati, che il sistema ci mette a disposizione: dai programmi satellitari alle vacanze intelligenti, dalle auto ai tablet e via dicendo, tutto è predisposto per pilotare le nostre opinioni, i nostri gusti, le nostre sensazioni.
Abbiamo usato il termine “prossima allo zero” perché siamo convinti che «la solidificazione del mondo, tuttavia, per quanto lontano possa spingersi, non potrà mai essere completa…poiché la sua estrema conseguenza sarebbe incompatibile con ogni esistenza reale, sia pure al più basso livello». (2)
Già la nostra contiguità permanente con gli smartphone dei quali non osiamo privarci durante l’arco della nostra giornata, è un passo importante per indurci ad accettare ben altre mutazioni.(3) Difatti, la miniaturizzazione dei microchip, che ne riduce le dimensioni ad un chicco di riso, accresce le loro possibilità di essere installati in particolari zone del corpo umano. «L’ubicazione standard del microchip è nell’area della fronte o nella mano destra…. L’identità, a cui sono collegati il nostro denaro e tutti i nostri beni, sarà finalmente protetta a vita, poiché il chip, una volta inserito chirurgicamente, non è più espiantabile. Qualsiasi tentativo di rimozione sarebbe rilevato da un’apposita centrale che, in assenza del segnale identificativo, avvertirebbe le autorità. Inoltre, l’eventuale tentativo di rimozione, sarebbe ulteriormente scoraggiato dalla fuoriuscita di liquami a base di litio e mercurio che intossicherebbero gravemente il corpo. Niente male come “tecnologia amica”!»(4)
Circa un ventennio addietro, Simon Turner, direttore dei laboratori della Philips a Redhill, in Gran Bretagna, proponeva un microchip che sostituisse le rubriche “cuori solitari” (5), mentre Chris Winter, alla testa di un team di scienziati della British Telecom, lavorava al progetto Soul Catcher (6), per ottenere, «…microprocessori in grado di contenere i dati di una vita…Addirittura – secondo la sua mente perversa – sarà possibile trasferire il microchip in un altro essere umano e fargli rivivere le esperienze vissute dal defunto».
Winter intendeva fornire a ogni individuo una “scatola nera”… e, sfidando le leggi naturali dichiarava: «Combinando le informazioni con il codice genetico di una persona potremo ricrearla dal punto di vista fisico, emotivo e spirituale».(7) Poiché l’uomo, creato a immagine di Dio, anche se decaduto è pur sempre costituito da spirito, anima e corpo, questo nefasto progetto è la parodia della creazione, una sorta di Frankenstein riveduto e corretto, che può essere generato solo da una intelligenza diabolica e che dimostra nient’altro che un odio implacabile verso tutto ciò che è umano, in quanto riflesso del divino.
1. Il Papa: «La dittatura del pensiero unico uccide la libertà dei popoli» da Il Giornale.it , 10 aprile 2014.
2. René Guénon, Il Regno della Quantità e i Segni dei Tempi – cap Solidificazione del mondo, Ed. Adelphi 1982.
4. http://www.altrainformazione.it/wp/un-chip-sottocutaneo-per-controllare-la-popolazione/
5. Un microchip celato in una spilla o nel fermacravatte permetterà presto a celibi e nubili di trovare l’anima gemella. «…il microchip conterrà un profilo dell’individuo che lo indossa con pregi, difetti, abilità, aspirazioni, interessi, bisogni, hobby e passatempi preferiti…». Avverrebbe cioè, all’incontro di due persone, una connessione telematica – «permettendo a chi lo indossa di stabilire subito se, ad esempio, la persona adocchiata alla festa è interessata, compatibile, oppure se è meglio lasciar perdere.» (Corriere della Sera, venerdì 27 dicembre 1996).
6. Il progetto prevedeva «…la possibilità di innestare un microchip nel nervo ottico e collegarlo ai centri del gusto, del tatto, dell’udito e dell’olfatto…». Winter intendeva fornire a ogni individuo una “scatola nera”.. ( Il Giornale venerdì 18 ottobre 1996).
7. Ibid
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