“Homo” Virtuale e pc senz’anima
L’approssimarsi della Cashless Society, acclamata con entusiasmo dai suoi partigiani, ha dato origine anche a violente critiche, scaturite da un’avversione trasversale di quanti non intendevano sacrificare le proprie abitudini alle esigenze della telematica, della quale presagivano il futuro controllo.
Purtroppo i cosiddetti “cultori del buon senso”, si sono mossi in modo approssimativo e discontinuo, nel denunciare l’invasione dell’informatica in tutti gli ambiti e hanno dato vita a dibattiti sterili e inefficaci.
Gli psicologi hanno puntato l’indice sullo sviluppo di una generazione ipertecnologica ma culturalmente ignorante, dei veri e propri selvaggi con il telefonino, del quale certa medicina ha denunciato l’abuso di onde elettromagnetiche, incriminate quali cause di leucemie, tumori cerebrali e demenza precoce. Gli esistenzialisti hanno messo a nudo la perdita della comunicazione interpersonale cui è seguita la progressiva solitudine dell’uomo moderno, che ha riversato sulle chat, in modo compulsivo, il proprio bisogno di relazioni umane. I moralizzatori hanno denunciato la libertà assoluta di navigare in rete senza limiti né censura, accelerando le trasgressioni e le aberrazioni a sfondo sessuale, del quale la pedofilia è stato l’obiettivo più abietto raggiunto. Ciascuno però ha sostenuto solo il proprio punto di vista, senza una visione globale del problema.
Del resto, come giustificare una avversione al notebook o allo smartphone in una casa “colonizzata” da ogni sorta di elettrodomestici e gadget elettronici, nel nome di una discutibile “fedeltà”, per citare un esempio, alla macchina da scrivere o al vecchio telefono?
La debolezza delle critiche mosse dai conservatori, è emersa subito quando il loro tentativo di salvare il nucleo familiare dalla crescente informatizzazione, è stato neutralizzato dal messaggio mediatico: «Il pc non ha un’anima», è neutrale, per cui soltanto la natura dell’utente ne consente un buono o cattivo uso.
Pur avendo accennato, per dovere di cronaca, a questi tentativi di reazione verso gli strumenti della telematica, non vogliamo ripetere ciò che altri hanno già espresso, mossi da reazioni emotive; il nostro punto di vista nell’esporre le proprie analisi, cerca di muoversi alla luce degli insegnamenti tradizionali.
Dobbiamo quindi ammettere che la società contemporanea, ha cresciuto e istruito un uomo vaccinato contro i valori religiosi, privo dunque di qualsiasi riferimento superiore e impregnato nell’intimo da un’etica laica, pragmatica e permissiva, derivata a sua volta da un individualismo esasperato. Questo essere civilizzato e tecnologico, vive profondi e laceranti contrasti, dai quali non si salva neppure lo stesso rapporto familiare, che viene sempre più spesso “giudicato” dall’esame psicologico delle platee televisive(1).
Programmi quali Grande Fratello e i suoi svariati cloni, sottoponendo i partecipanti ad una violazione ininterrotta della privacy, hanno eretto l’ingerenza nella vita intima a sistema di vita quotidiana e fanno leva sugli aspetti più meschini dell’animo umano; inoltre, le telecamere che seguono ogni atto dei protagonisti, per valutarne le azioni, creano un pubblico di guardoni. Per cui è assurdo credere che in un’esistenza così travagliata, il computer faccia affiorare il lato migliore, né che possa attuare una correzione positiva, se non negando il suo stesso scopo di esistere.
Accade, invece, esattamente il contrario; nella solitudine del rapporto, spesso ossessivo, che si instaura tra l’uomo e la macchina, affiora sempre più spesso un’individualità inconsistente e deviata(2), la cui mancanza di valori e di autocritica, non gli fa vedere l’aspetto ridicolo – se non grottesco – di un simile atteggiamento. La razza umana attuale, per usare le parole di un interprete della tradizione, quale è stato Julius Evola, si riconosce per il suo aspetto interiore informe e sfuggente; l’habitat virtuale creato dal computer suscita una falsa sicurezza tanto più perniciosa, quanto più lontana dalla realtà, che svuota l’uomo delle proprie energie e apre la porta a forze subumane, capaci di trasformare individui inoffensivi in temibili squilibrati(3).
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1) I talk show, dei quali Uomini e donne presentato da Maria De Filippi è il prototipo, rientrano in un palinsesto nato per diffondere germi nocivi che disgregano ciò che resta delle famiglie. I caratteri più riconoscibili delle idee che diffondono: incitamento alla ribellione contro i genitori, negazione di qualsiasi forma di autorità, condanna per l’insegnamento religioso, parità nei rapporti, esaltazione dell’omosessualità, depenalizzazione delle droghe, che, guarda caso, sono sempre stati i cavalli di battaglia del famigerato partito radicale.
2) Taiwan: ragazzo muore dopo aver giocato 40 ore al videogame diablo 3. (18 luglio 2012) www.bloo.it
3) Ancora una strage negli Stati Uniti: quindicenne stermina la famiglia. Ha ucciso i genitori e tre dei nove fratelli, rispettivamente di 9, 5 e 2 anni. Il ragazzo è stato interrogato e incriminato ma non si conoscono i motivi del massacro, avvenuto in una zona rurale vicino Albuquerque, nel New Mexico. (20 gennaio 2013) La Repubblica.it