Smart card alla conquista delle nazioni
Non è possibile intuire il lato oscuro della telematica se ci si ferma all’analisi, anche se minuziosa, del codice a barre, perché questo è soltanto il punto di partenza. Il codice, una volta acquisito dallo scanner e trasferito al terminale sul quale strisciamo la nostra carta elettronica, trasferisce tutti i dati sensibili relativi all’acquisto, permettendo anche l’identificazione dell’acquirente.
Questa è la più grande rivoluzione del denaro, considerato che, dalle prime card dotate di banda magnetica, alle ultime smart card, fornite di chip, è stato rivoluzionato il sistema di pagamento, e si è sostituita la ricchezza reale, fondata sul possesso di carta-moneta, con una valuta elettronica, gestita da un’intelligenza artificiale (IA). Il primo passo di questa trasformazione ha origini lontane, e ne rimandiamo l’approfondimento al prossimo articolo. È tempo dunque di analizzare da vicino l’invenzione di queste carte plastificate e la loro rapida diffusione nell’arco di appena un trentennio.
Negli anni ’70 una “fortunata combinazione” di incontri, tra la neonata Intel americana e la giapponese Busicom, crea le basi per la produzione del primo microprocessore programmabile. Il Microchip viene immesso sul mercato nel novembre 1971 dalla Intel di Gordon Moore e Bob Noyce, dopo averne sottratto i diritti alla Busicom giapponese al prezzo di soli 60.000 dollari.
Con il Microchip, usando una tecnologia RFID (1) la miniaturizzazione diviene realtà e in poco più di un decennio decollano i sistemi operativi con una memoria talmente piccola da essere installata nelle smart card (2), le “Carte Intelligenti”; adesso il sistema è pronto per la conquista del Mercato Mondiale.
In Italia la carta di credito fa il suo primo ingresso nel 1958, con la Diners, utilizzata prevalentemente da uomini d’affari stranieri e nei settori del turismo, ma solo dal 1979, l’applicazione della banda magnetica, e la possibilità di essere letta dai terminali aprono l’era del pagamento elettronico. Con la nascita della SI (Società Interbancari) (3) nel 1985, il sistema bancario nazionale entra nel mercato internazionale delle carte.
Le carte elettroniche immesse sul mercato hanno progressivamente sostituito il denaro contante; dall’onnipresente Bancomat, alle carte di credito quali VISA (4), Mastercard, American Express, Eurocard.
Malgrado ciò, questo «…processo di transizione verso la banca virtuale…» trovava, ancora nel 1996, una forte resistenza in Italia e Giancarlo Capitani, presidente di Nomos Ricerca e Gartner Group Italia (5) ammoniva: «È ipotizzabile che le banche italiane dovranno rapidamente allineare il livello e la qualità dei loro investimenti informatici a quelli delle omologhe organizzazioni dei paesi concorrenti».
Giovanni Sabatini, presidente dell’ABI, affermando che “La lotta al contante è una vera e propria battaglia di civiltà” (6), conferma ormai la volontà di imporre l’affermazione della Moneta Elettronica.
Arriva la Cashless Society
Per trasformare l’atteggiamento istintivo del risparmiatore abituato nel controllare il proprio contante, si sono alternate seducenti campagne pubblicitarie inneggianti ai prodigi possibili con la card (7), a fronte di inasprimenti nell’uso del contante, quali un maggior costo dei servizi e dei limiti quotidiani nel prelievo bancario.
Le prime prove di informatizzazione, effettuate su centri “pilota” (8), in aree a bassa densità urbana hanno dato esito incoraggiante, sia nel breve che nel medio termine. Il collaudo permetteva di testare sistemi in fase di sperimentazione e, contestualmente, valutarne l’impatto di gradimento, sulla popolazione locale.
Da rimarcare tra le ditte promotrici di esperimenti di informatizzazione: la Croff Nuova (9), società del gruppo Eliolona, controllata dalla potente famiglia ebraica torinese Artom, la Conad il cui responsabile dei servizi a Bologna, Lamberto Masotti, giudicava prioritaria la compilazione di dossier elettronici per «fissare gli obiettivi, verificarli periodicamente, capire le motivazioni che determinano scostamenti» infine la Coin, con sede centrale a Mestre e 30 punti vendita, ciascuno dotato di almeno 3 terminali (10).
La suggestione di possedere queste card e la facilità d’uso, hanno diffuso il contagio su tutto il continente europeo provocando una decisa contrazione di liquidità. Portare con sé una comodissima card, poter acquistare ovunque, senza dover effettuare un prelievo in banca, ha trasmesso un ingannevole senso di sicurezza. Difatti non si è considerato il rovescio della medaglia; dai furti elettronici compiuti mediante il Bancomat (11) alla falsificazione delle carte di credito (12), passando dalle clonazioni dei codici bancari via internet (13).
La trasformazione del denaro è un passaggio determinante per instaurare un controllo globale. L’attuazione del piano Delors (14) sulla moneta unica europea, malgrado le violente reazioni suscitate nella popolazione britannica, ha avuto quale suo eminente padrino il finanziere inglese Sir Evelyn Rotschild (15), che ha preannunciato la creazione di una Banca Centrale Europea. Perché la moneta unica è il passaggio obbligato per l’affermazione della Moneta Elettronica, che rappresenta la linfa vitale della Cashless Society. (16)
1) RFID (Radio Frequency IDentification: Identificazione a radio frequenza) è una tecnologia per l’identificazione e/o memorizzazione dati automatica di oggetti, animali o persone (AIDC Automatic Identifying and Data Capture) basata sulla capacità di memorizzazione di dati da parte di particolari dispositivi elettronici (detti tag o transponder) e sulla capacità di questi di rispondere all'”interrogazione” a distanza da parte di appositi apparati fissi o portatili chiamati per semplicità “lettori”
2) Walter Wriston, anziano banchiere della Citycorp ha inaugurato con il supermarket finanziario, l’era del futuro. «La rivoluzione che tutti aspettavano è la smartcard… Il denaro sta cambiando forma.» (Luca Ferraiuolo – Addio, denaro sonante – L’avvento della moneta elettronica – Repubblica Affari&Finanza lunedì 18 novembre 1996, pag. 41).
3) Nel 1986, con la costituzione di CartaSi, viene avviato anche in Italia quel cambiamento culturale che porterà la carta di credito ad essere, da “status symbol” riservato a pochi, un mezzo di pagamento di uso corrente e disponibile per tutti.
4) «La VISA, che è il maggior sistema di carte di credito, non è altro che un prodotto lanciato nel 1958 dalla Bank Americard.» (La Stampa, Economia e Finanza – domenica 27/08/1989 – Flavia Amabile – Una Carta di Credito per l’Europa – Verso una maxibanca con 30.000 sportelli.
5) La Gartner Inc. è una società multinazionale leader mondiale nella consulenza strategica, con 75 sedi e oltre 60.000 clienti nel mondo, fondata nel 1979 da Gideon Gartner. Nato in Israele nel 1935 e cresciuto a New York City, Gartner ha conseguito un master in ingegneria presso il Massachusetts Institute of Technology (MIT), nel 1960.
6) Supermoney news 22/11/2012.
7) Per penetrare il mercato in modo più deciso sono state introdotte le “carte a target” (indirizzate, per esempio, a studenti) con servizi o convenzioni mirate (come per esempio uno sconto concreto). Un altro metodo è stato l’accoppiamento alla carta di credito di una carta a punteggio che premiasse con regali proporzionali alla spesa effettuata, o ancora lotterie per centinaia di premi se determinati acquisti fossero stati pagati con la card.
8) Le indagini sono state svolte a Spoleto e Viterbo ad opera dell’Ipacri (Istituto per l’automazione delle casse di risparmio italiane) il cui direttore Fabio Chiusa, affermava « Si è potuto rilevare una disponibilità notevole degli esercenti che hanno avuto poche difficoltà ad apprendere il funzionamento del sistema….» Chiusa si situava sulla stessa linea di Manganelli, il responsabile dell’Abi, nell’asserire che il costo del sistema si sarebbe dovuto ripartire tra tutti i partecipanti, clienti in prima linea.(Largo Consumo 1/1986, pagg. 132-133.
9) Largo Consumo n.3/1985 pagg. 124-125.
10) Largo Consumo 3/1985 pag 123.
11) Cfr. l’articolo Sbancomat, su Panorama 15/12/1985.
12) Truffa da 3 miliardi Per le carte di credito false in manette l’oste di artisti e Vip, La Repubblica 30/10/1992.
13) Computer, frodi per 500 miliardi – La Stampa 10/12/1985.
14) Jacques Delors, Presidente della commissione europea, coadiuvato dai governatori delle Banche centrali europee – per l’Italia era presente Tomaso Padoa Schioppa, inviato dal governatore Carlo Azeglio Ciampi – redasse nel 1989 il piano per l’Unione Monetaria Europea. U.M.E. che dopo soli tredici anni avrebbe partorito l’euro. L’aver fissato il tasso di cambio a 1936,27, dimezzando il potere d’acquisto nazionale, è stato richiesto dall’allora (2001) Presidente del Consiglio Romano Prodi, uomo della Goldman Sachs dal 1990.
15) Evelyn de Rotschild, rampollo della maggiore dinastia mondiale di banchieri, all’epoca del Piano Delors controllava: la Stampa britannica, nella veste di presidente delle riviste Economist (1972-89), e Daily Telegraph, il monopolio e la raffinazione dei diamanti, quale direttore della De Beers Consolidated Mines (1977-1994); inoltre era contemporaneamente presidente della British Merchant Banking (1985-89), e direttore della IBM Italia Holdings Limited (1972-1995). Tra i suoi rappresentanti politici ritroviamo George Soros, fondatore, tra l’altro, di una sfilza di ONG no profit con lo scopo di diffondere suggestioni psicologiche destabilizzanti, utilizzati per rovesciare i governi resistenti alla loro infiltrazione e favorire l’ascesa governativa di fantocci compiacenti verso i Rotschild.
16) Il Messaggero 12 agosto 1989.
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