Quando oggi, di fronte alle insensate, sproporzionate e abnormi derive etiche morali e spirituali cui stiamo continuamente assistendo, ci si ritrova impreparati riguardo alla loro analisi e comprensione, oltre che sprovveduti su efficaci contromisure da adottare, in molti scatta il riflesso condizionato (ahinoi, autoassolutorio!) della ricerca all’esterno e al difuori delle cause reali di tali deviazioni. Sembra quasi di sentire mormorare che, se si è arrivati a questo punto di (apparente) non ritorno, è colpa della sfortuna o, al massimo, lo si deve al malvagio intervento di ristretti gruppi di potere (politici e culturali), sui quali far ricadere l’esclusiva responsabilità di quanto sta accadendo. Quasi che l’atteggiamento interiore di ognuno non fosse minimamente coinvolto e non avesse alcuna relazione con simili disastri.
Certo, è sicuramente vero che, per quanto assurde, antiumane e irrazionali possano risultare determinate idee e suggestioni, esse possono essere diffuse e propalate solo con l’ausilio di agenti umani, che se ne fanno convinti portatori e strenui difensori. Ma è tuttavia anche evidente che, se un certo modo malato e corrotto di pensare e di ragionare riesce ad avere libero accesso nelle coscienze degli individui, qualcosa dovrà pur significare. Se certi varchi o passaggi rimangono incustoditi vuol dire che qualcuno chiamato ad opporsi e contrastare tali tendenze è venuto meno alla consegna ed al compito di salvaguardia e conservazione assegnatogli.
Anche in passato, del resto, è sempre avvenuto che certi crolli e determinate svolte epocali siano stati preceduti da un’adeguata preparazione teorica e da un’apposita predisposizione del terreno da “seminare”; per cui l’emergere e il venire a galla di specifici orientamenti distruttivi si andavano ad innestare e fruttificavano su un ambiente già pronto ad accoglierli e farli propri. Concezioni le quali, come ci insegna Guénon, «hanno avuto successo soprattutto in grazia al fatto che rappresentano in fondo l’espressione schematizzata di tendenze preesistenti, e propriamente caratteristiche dello spirito moderno». Questo ha fatto in modo che sistemi politici apparentemente solidi e inattaccabili siano potuti rovinosamente crollare al primo alito di vento, mentre un essere umano apparentemente sano ha visto sfaldarsi con estrema facilità la sua tenuta interiore e la sua saldezza nei principi, evidentemente non più radicati ed operanti al centro della sua coscienza.
Fino a quando l’uomo si è mantenuto sotto l’ala protettrice dei principi tradizionali, che ne guidavano il pensiero e ne determinavano i comportamenti, nessuna idea antitradizionale e sovvertitrice poteva avere in lui libero accesso. Semplicemente, queste non venivano nemmeno concepite o prese in considerazione. Per cui, il punto centrale che regge e regola ogni attuale anomalia e la trappola esistenziale che ne consegue, va ricercato nella totale assenza — non solo nella società moderna, ma soprattutto all’interno di ogni singola persona che ne fa parte — di qualsiasi riferimento superiore (la conoscenza dottrinaria) e di ogni influenza e sostegno dall’alto (la partecipazione effettiva ad una tradizione ancora vivente e attiva). E, di conseguenza, solo un ritorno concreto, autentico ed effettivo allo spirito tradizionale potrà fornire le armi e gli strumenti per smascherare prima e superare poi l’attuale stato di caos e disordine generalizzato.