Conferme
Forse faremo la figura di quelli che vanno in giro a vantarsi col «noi l’avevamo detto», ma non è sicuramente colpa nostra se, per una inesorabile legge di natura, i nodi vengono sempre al pettine. Il riferimento è alle vicende ultime in cui è rimasto impigliato quel tale Nicola Mancino, già Ministro democristiano e Presidente del Senato, rinviato a giudizio nell’inchiesta palermitana sulla trattativa stato-mafia. A Mancino, infatti, avevamo dedicato una “riflessione” sul numero 11 (nuova serie) di Heliodromos, uscito nella primavera del 1997, in cui eravamo stati buoni profeti. La riflessione aveva il titolo SINONIMI, e la vogliamo qui riproporre, affinché i nostri lettori si rendano direttamente conto di quello che stiamo dicendo:
Il Presidente del Senato Nicola Mancino – che, qualora dovesse giocare a “guardie e ladri”, difficilmente con quella faccia potrebbe schierarsi dalla parte delle guardie –, fra i sopravvissuti del potere democristiano è uno di quelli che se la sono cavata meglio. Infatti, l’essersi prestato a far approvare l’infame legge n. 122, che porta il suo nome, gli ha garantito l’impunità, salvandolo da Tangentopoli e dallo scandalo dei fondi neri del Sisde. Il baratto rimane pur sempre il sistema più semplice e immediato per concludere un affare, redditizio per entrambi i contraenti!
Dobbiamo ammettere che nella nostra ingenuità pensavamo che lo “statista” irpino, a quel punto, si sarebbe limitato a ringraziare il cielo per lo scampato pericolo, accontentandosi di poter continuare a circolare liberamente. Ma, evidentemente, il favore fatto ai committenti della legge che punisce la “discriminazione per motivi religiosi”, era tale da consentire a Mancino di tirare sul prezzo; al punto di ritrovarsi incredibilmente a ricoprire la seconda carica dello Stato: pronto a balzare, alla prima occasione, sulla poltrona più prestigiosa, quella di Presidente della Repubblica.
Pertanto, per sapere cosa ci attende nel prossimo futuro, non serve consultare il “Barbanera”, basta sfogliare il Dizionario dei sinonimi: mancino, sinistro, funesto, dannoso, spiacevole.
Nomen omen!
Fin qui la nostra riflessione di allora, che ancora oggi sottoscriviamo in pieno. Con l’aggiunta, però, che la nostra fantasia non avrebbe mai potuto immaginare un ventaglio di frequentazioni tanto ampio e tanto “qualificato” in ambito criminale da parte del nostro. Ma, d’altronde, cos’altro ci si poteva aspettare da uno che si era prestato, da Ministro, a fare approvare l’infame legge che porta il suo nome?