Prima e dopo
Se si volesse trovare una prova del fatto che gli “ambienti” che hanno progettato e stanno applicando scientificamente l’esperimento sociale in corso d’opera, col pretesto dell’emergenza sanitaria del coronavirus, mirano a ben altro che non sia il benessere fisico e psichico della popolazione, basterebbe attenzionare alcuni piccoli dettagli, come per esempio la scritta “innocente” che accompagna diversi programmi televisivi di quella vera e propria congrega di stregoni dell’informazione che è diventata la RAI, dove si specifica e si garantisce solennemente che tali programmi sono stati registrati prima del DPCM del 4.3.2020. A quale scopo viene fatta tale precisazione? Per quale motivo bisogna giustificare e scusarsi per le “scandalose” immagini che, di solito, mostrano un pubblico numeroso o musicisti e attori non distanziati e privi di mascherine e dispositivi di protezione vari?
Simili tabù e interdizioni presuppongono, infatti, una componente di tipo mistico-magica, della peggiore specie e dalle colorazioni sinistre, che nulla dovrebbe avere a che spartire con le indicazioni scientifiche e razionali dei sedicenti virologi o dei membri del demenziale comitato tecnico scientifico, di cui ci tocca subire i capricci. Simili tracce dimostrano, più di ogni altra interdizione e proibizione, la chiara volontà governativa che nulla dovrà essere mai più come prima. Un marchio che indichi in modo indelebile l’affermazione di una svolta epocale, al pari della folle e astratta riforma del calendario tentata durante la Rivoluzione francese. Tutto ciò che prima era bello, buono, giusto e naturale, deve apparire come malsano e pericoloso. L’umanità deve essere aggredita nelle sue componenti fondamentali, che dall’origine e per millenni l’hanno resa un’immagine riflessa del sacro e del divino sulla Terra, tramutando l’esistenza terrena di ognuno in un unico e inevitabile girone infernale.