Sottomissione al covi-dio
Fin dall’inizio dell’emergenza coronavirus, le mascherine di protezione sanitaria sono state al centro dei dibattiti che hanno invaso e monopolizzato l’informazione televisiva e quella della carta stampata. Si è disquisito sulla loro utilità a contenere il contagio e sulla necessità d’indossarla da parte di tutti i singoli cittadini, anche se non impegnati professionalmente nelle strutture sanitarie. Sull’argomento si è detto tutto e il contrario di tutto: dai presunti benefici miracolistici dati per scontati dai più ai danni prudentemente prospettati da qualche voce fuori dal coro, dall’irreperibilità delle stesse allo sciacallaggio di un mercato nero drogato e manipolato. Ma, di fatto, l’oggetto in questione ha acquisito significati che hanno travalicato la semplice funzione sanitaria, trasformandolo in un vero e proprio “logo” distintivo dell’esistenza pandemica attuale.
I Sommi Sacerdoti dello scientismo, unanimemente impegnati nel diffondere e sostenere il dogma “fantomatico” (nel senso di The Phantom, ovvero il fumettistico Uomo mascherato, conosciuto anche come l’Ombra che cammina), ne hanno d’autorità imposto l’uso, con l’ausilio delle Unità Repressive degli Spietati Scientisti (URSS), costituite dalle forze dell’ordine impegnate nella caccia alla popolazione indisciplinata, e dagli zelanti compagni cittadini solerti sorveglianti e accusatori del vicinato inadempiente. Ora, a voler tralasciare il significato spirituale che la respirazione ed il controllo rituale del respiro (prana) ha sempre avuto in tutte le tradizioni (potendosi addirittura arrivare ad ipotizzare una volontaria incursione malefica ed antispirituale in questo campo da parte degli scienziati che governano l’attuale emergenza), e volendoci limitare alla semplice protezione fisica delle persone, le disposizioni impartite sono così palesemente dannose ed insensate per quanto riguarda il benessere generale della popolazione, da risultare plausibili solamente a coloro che aderiscono acriticamente alla narrazione ufficiale. Tuttavia, non essendo noi affatto disposti ad attribuire la ben che minima sincera preoccupazione per la salute della gente da parte delle perfide autorità politiche e sanitarie, viene da chiedersi quale sia il vero motivo di un tale accanimento e di un così sproporzionato spiegamento di forze.
Uno spiegamento di forze per capire il quale, forse non sarà inutile fare riferimento ad una realtà apparentemente estranea al nostro tema. È risaputo che se si vuole visitare una Sinagoga, o qualunque altro luogo considerato degno di venerazione da parte degli ebrei, si è costretti a coprirsi il capo con la kippah, in base alla seguente spiegazione: «Coprirsi la testa è un richiamo all’autorità divina sopra di noi. La kippah è un segno di umiltà e di riconoscenza della presenza divina nella vita quotidiana». Questo segno di sottomissione – più che a Dio (cosa sacrosanta!), soprattutto agli stessi “padroni di casa” –, trova regolare riscontro iconografico nelle immagini di politici, governanti e personaggi pubblici di ogni tipo che sono andati a rendere omaggio e ricevere il “visto” presso quelle sedi e istituzioni ebraiche.
Ecco, ci sembra di poter affermare, senza tema di smentita, che l’imposizione della mascherina (al pari della kippah) vuole rappresentare il segno tangibile di questa sottomissione alla nuova “divinità scientista” che si è impossessata abusivamente delle nostre esistenze, che i “non devoti” (cioè gli uomini liberi) non possono accettare con superficialità e faciloneria.