Fatti e non parole
Quando qualche tempo fa Matteo Salvini, da Ministro dell’Interno, ha accennato ad un censimento dei rom presenti in Italia, oltre alle risposte piccate dei soliti custodi del verbo democratico che gli hanno rinfacciato il tenore razzista delle sue esternazioni, ha ricevuto anche una esplicita minaccia da parte di una rappresentante della famiglia Casamonica, che ha dichiarato «Con noi Salvini deve rigare dritto». Mostrando in questo modo tutta l’arroganza derivante dalla consapevolezza della totale immunità di cui questa famiglia di zingari malavitosi ha goduto finora a Roma, e da cui traspare anche la totale perdita del senso della realtà che può derivare dalla crassa ignoranza tipica del villano arricchito e, nonostante tutto, dalla mancanza di accortezza e furbizia che sono invece sempre state attribuite a quella etnia, che evidentemente vanno di pari passo con la pacchiana ostentazione di una ricchezza materiale, già abbondantemente mostrata in occasione del funerale del capostipite, qualche anno fa.
Evidentemente Salvini ha seguito il consiglio di “rigare dritto”, in silenzio e senza proclami, visto che la recente retata che ha spedito in galera numerosi esponenti del clan Casamonica rappresenta una risposta seria ed efficace, a dimostrazione che lo Stato è dotato di mezzi e di forze che se solo vengono messi in campo a fin di bene non lasciano scampo a chi si pone fuori dalla società civile, facendo ben sperare per il futuro della lotta alla criminalità, magistratura permettendo, che contribuisce notevolmente al degrado e all’insicurezza del nostro Paese.
Ci aspettiamo adesso una candidatura a future elezioni da parte della sinistra di qualche esponente del clan, adottandolo come martire e resistente al nuovo “fascismo” e facendone un campione della democrazia messa a rischio da un politico che, finalmente, ha il coraggio di chiamare le cose col loro nome e che non mostra alcuna soggezione di fronte alla vulgata generale, che tanto in basso ha portato la vivibilità civile, calpestando il buon senso del cittadino comune.