Vacuità e labilità di carattere
È di Friedrich Nietzsche l’affermazione che “la lettura del giornale ha preso il posto della preghiera nella vita del borghese moderno”; a cui è poi subentrato – venendo ad anni più recenti, nemmeno immaginabili dal filosofo tedesco – il guardare la televisione e il navigare in internet, mediante il PC l’iPad e lo smartphone. Questo “dirottamento” dell’attenzione, apparentemente innocuo, ha comportato conseguenze che non sarà esagerato definire devastanti sul piano della difesa e protezione della parte sub-intellettuale e psichica della persona umana; i danni arrecati coinvolgendo sia la parte superiore dell’essere umano, quella orientata verso l’alto e lo spirituale, sia la parte inferiore, psichica e animale, privandolo di quegli indispensabili strumenti atti a guidarlo e indirizzarlo correttamente. Una delle funzioni provvidenziali delle religioni essendo proprio quella di creare una barriera protettiva attorno alla coscienza del fedele, difendendolo dalle influenze nefaste e inferiori, sempre pronte a prendere il sopravvento e a penetrare nelle fragili pieghe della sua interiorità.
Parlando delle “influenze subliminari”, con la capacità unica che gli va riconosciuta di saper applicare i principi tradizionali ad ogni aspetto e manifestazione del mondo moderno, Evola ha potuto affermare che: «Se le soglie di questa zona fossero custodite, perderebbe automaticamente ogni forza la maggior parte dei procedimenti oggi usati su vasta scala dai mestatori politici e sociali per muovere le moltitudini e condurle nell’una o nell’altra direzione senza toglier loro l’illusione che ciò facendo esse seguono unicamente la propria volontà e i propri veri interessi». Una concreta verifica di queste parole è, oggi, facilmente eseguibile sfogliando proprio le pagine dei giornali, guardando la televisione o navigando in internet, dove gli assalti all’integrità e all’equilibrio psichico delle persone sono di una virulenza tale, da lasciar supporre nell’immediato futuro esiti disastrosi per l’intera umanità.
Già il semplice “espediente” tecnico di sottrarre tempo ed energie a pensieri inutili o dannosi, dovrebbe essere sufficiente a giustificare i precedenti avvertimenti. Ma, se si considera che con l’“esplosione dell’informazione” la tradizione è di fatto diventata superflua, sentendosi ognuno autorizzato a “far da sé” nella costruzione del proprio carattere e nella formazione della propria cultura, rifiutando ogni gerarchia ed ogni rapporto di dipendenza; si comprenderà facilmente di come andrà sempre più a prevalere un’assimilazione superficiale e labile di nozioni e pseudo-principi, che ridurranno l’essere umano in una irreversibile condizione di debolezza e vulnerabilità, esposto all’invasione ultima delle subdole forze asservite all’Avversario, a lungo tenute alla larga proprio da quelle preghiere considerate oramai superflue e anacronistiche.