Uno shock tira l’altro
In una trasmissione radiofonica, c’è capitato recentemente di sentire un “ingenuo” lettore chiedere a una giornalista del Corriere della Sera: come mai la stampa non si sofferma nel modo dovuto sul fatto che l’uno per cento della popolazione mondiale detiene il quarantanove per cento delle stesse ricchezze mondiali? Volendo in questo modo evidenziare il fenomeno di causa effetto fra tale scandaloso squilibrio e gli sconvolgimenti che stanno interessando e devastando il Pianeta. Ovviamente la giornalista non ha voluto o potuto dare la risposta più logica ed evidente, che sarebbe stata: perché fra quel 49% di ricchezze detenute rientra anche la proprietà dei mezzi d’informazione!
Stando così le cose, risulta estremamente facile risalire per induzione agli stati d’animo e alle tendenze e direzioni che questa illegittima e abusiva élite intende diffondere e propagare a livello planetario; basterà leggere dietro le righe di certi titoli e di certi contenuti degli articoli e dei servizi dei grandi (ma, se è per questo, anche dei piccoli) organi d’informazione. Da un po’ di tempo è invalso, per esempio, l’uso esagerato del sostantivo d’origine inglese shock (definito dal Devoto-Oli: stimolo fisico o psichico di notevole intensità; emozione improvvisa, violenta e sconvolgente), associato a qualsiasi altro termine per stigmatizzare, etichettandole negativamente a un livello pre-logico e irrazionale, affermazioni dichiarazioni o prese di posizione non in linea col pensiero dominante, che abbiano raggiunto l’orecchio – fragile, delicato e indifeso! – dell’opinione pubblica.
Naturalmente, le “dichiarazioni shock” e le “affermazioni shock” additate all’esecrazione generale, riguardano sempre temi attinenti alla cosiddetta discriminazione sessuale, al razzismo e alla religione olocaustica. In questo progressivo smottamento orwelliano del linguaggio, quelle che in un mondo normale sarebbero affermazioni sensate (“la famiglia è composta da un uomo e da una donna”, “i clandestini vanno rimandati indietro e l’Europa non può accogliere tutta la popolazione africana”, “gli storici devono poter svolgere un lavoro di revisione e controllo dei dati disponibili”), diventano imperdonabili bestemmie e criminali eresie.