Prevalenza del plebeo
Il raddrizzamento della nave Concordia trasmesso in diretta dalle reti televisive ad alcuni commentatori è apparso spettacolo noioso e monotono, non essendosi verificato alcun evento tragico e disastroso durante tutta l’operazione. Normale lamentela per un pubblico ghiotto di drammi umani e spettacolari disgrazie; che, come ogni drogato che si rispetti, assuefattosi all’ultima dose somministrata, necessita ogni volta di una porzione aumentata per continuare a trarne diletto e giovamento. E la regola vale per qualunque tipo di nutrimento della morbosità della gente. Dalla cronaca nera allo sport, dalle storie pruriginose di corna e di sesso alle vicende relative agli intrighi politici e finanziari, dai vizi pubblici alle depravazioni private di personaggi noti e meno noti. L’asticella viene spostata sempre più in alto e la marea di volgarità e squallore sale di conseguenza. Perfino nell’arte, nel cinema e nella letteratura si assiste alla minuziosa rappresentazione di tutto ciò che risulta sporco volgare e squallido, nel diligente tentativo di degradare e abbassare ogni cosa.
L’interesse per l’orripilante e per tutto ciò che ferisce degrada e offende l’umano e il manifestato è proprio di nature meschine e abbiette. Se ieri si assisteva agli spesso comici sforzi delle classi inferiori di copiare dalle classi superiori, sia nel linguaggio sia nel comportamento e nello stile, oggi non è raro imbattersi in nobildonne, docenti universitari e illustri intellettuali che fanno a gara nel rincorrere i modi e la parlata della peggiore feccia umana. Deve però essere chiaro che tutto ciò noi non lo condanniamo muovendo da un atteggiamento moralistico, essendo il moralismo un’ulteriore infezione dell’anima, opposto ma complementare alla volgarità. È tuttavia un fatto che ciò che una volta veniva relegato fra i baracconi delle fiere e dei luna park, dove si mostravano mostruosità e deformazioni varie per solleticare l’attenzione di un pubblico ristretto e volontario, oggi tracima e invade ogni settore, costringendo ad assistere a spettacoli scioccanti e disgustosi anche coloro che ne farebbero volentieri a meno.
Qui non ci si trova ovviamente di fronte a classi sociali caratterizzate dalle semplici condizioni economiche, quanto ad una vera e propria categoria dello spirito, dove a prevalere sono le pulsioni meno nobili. Le nature basse e volgari in realtà sono sempre esistite, ma queste venivano un tempo contenute e relegate al loro posto. Direzione valori e senso della vita erano nelle civiltà normali tracciate dalle classi superiori, dall’aristocrazia guerriera e dall’élite spirituale, che imponevano con le buone o le cattive le regole che andavano osservate; e trasmettevano, per mezzo di quel potente “conduttore” rappresentato dalla Fedeltà, stili di vita nobilitanti a tutti i livelli della società, anche il più infimo. Nel momento in cui quell’ordine è venuto meno, inevitabilmente han preso il sopravvento le peggiori forze dal basso, che sono andate ad occupare il posto di comando, dettando la nuova rotta a tutta la società. Se un tempo, dunque, ognuno cercava a modo suo di tendere verso l’alto – puntando all’ordine, alla bellezza e all’armonia –, oggi si realizza la tendenza opposta, privilegiando l’ammasso caotico di brutture e deformità.