La guerra del Tempio
Escatologia e storia del conflitto mediorientale
Gianluca Marletta, autore di già pregevoli saggi sul volto “perverso” della modernità e sul simbolismo tradizionale, con la presente opera si addentra in un campo alquanto infido e controverso, facendo luce su avvenimenti apparentemente dal carattere storico ma dal significato epocale che riguardano l’intera umanità, al di là della loro collocazione geografica in una porzione ristretta e, tutto sommato, limitata del mondo come quella mediorientale. Infatti, ciò che sta maturando nei territori che videro l’affermazione della discendenza abramitica e la nascita del cristianesimo va ben oltre gli scontri geopolitici, le occupazioni colonialistiche e il diritto internazionale, portando a compimento determinati processi escatologici che trovano il loro autentico significato al di fuori del divenire storico, in un’ottica ciclica dagli esiti universali.
Maurizio Blondet aveva dedicato a suo tempo un pregevole studio alla «corsa ebraica alla ricostruzione del Terzo Tempio per compiervi il sacramentale sgozzamento dell’agnello», e per sottolineare la perfetta continuità fra quel suo lavoro e questo di Marletta si è assunto il compito di curarne la Prefazione, dove ha modo di ribadire l’aspetto sacrilego di questa pretesa ebraica di creare le condizioni materiali per “obbligare” YHWH a sottostare alla volontà di Israele; e questo, apparentemente, con la complicità della stessa Chiesa Cattolica post-conciliare.
Va detto che gli avvenimenti ultimi sembrano mostrare un’accelerazione verso il compimento finale di questo disegno, e Marletta ce ne offre una puntuale documentazione: a partire dal trasferimento dell’ambasciata statunitense da Tel Aviv a Gerusalemme decisa da Donald Trump (a cui si è aggiunto ora il riconoscimento da parte di Trump del possesso definitivo israeliano delle alture del Golan), nel settantesimo anniversario dell’occupazione della Palestina da parte di “invasori” legittimati dalla sola appartenenza razziale. A simili soprusi si lega e accompagna una corrente legislativa, che contagia oramai tutti quanti i governi cosiddetti democratici (cioè proni ai desiderata d’Israele!), intesa a proibire qualunque critica antiebraica e antisionista, tacciando di terrorismo le stesse vittime di quella invasione e gli Stati che provano a prenderne le difese. Non vanno poi sottovalutati alcuni fatti di natura apparentemente materiale, come la fabbricazione del corredo rituale o la selezione genetica e la nascita della giovenca rossa, utili al compimento del rinnovato sacrificio; dove la perizia “artigianale” simula una pietas impossibile se disgiunta dall’influenza spirituale autentica.
L’Autore compie un utile e meritorio lavoro di ricostruzione storica degli avvenimenti che hanno preceduto gli esiti attuali, andando a scavare in tempi remoti e in testimonianze lontane, mostrando la successione degli accadimenti che, provvidenzialmente, hanno condotto alla distruzione del Tempio e alla dispersione del popolo ebraico, come logica conseguenza del rifiuto di riconoscere in Gesù Cristo il Messia atteso. Contrapponendo a quell’occasione persa tutta una serie di figure alternative e dal profilo dubbio (come Shabbatai Zevi e Jacob Frank), vera e propria genealogia di colui che andrà ad assumere il ruolo finale di Impostore: l’Anticristo prossimo venturo del cui effimero regno il terzo Tempio sarà la sede blasfema.
A complicare le cose, oltre alle insane pretese ebraiche, ci si mettono però anche tutta una serie di ambienti uniti da un’unica costante: la perdita e il distacco dalla propria tradizione, con il conseguente smarrimento nelle dimensioni buie di una religiosità ridotta al letteralismo moralistico e sentimentale, proprie del protestantesimo cristiano e del salafismo wahabita islamico, in questo non dissimili dallo stesso sionismo ebraico, di cui diventano i migliori alleati. Declino inevitabile, quando si verifica la perdita della centralità dello Spirito e dell’autentica Presenza divina; che minaccia da vicino la stessa Chiesa cattolica nei suoi Pastori, sempre più sensibili ai richiami delle attuali correnti delle potenze dell’aria… che tira! La miscela esplosiva fra queste correnti pseudo spirituali e la nefasta azione politica di ambienti come quelli neocon, che dominano le istituzioni statunitensi e condizionano mediaticamente tutti i paesi soggetti al dominio americano, il nostro compreso, spinge in maniera oramai dichiarata e non più nascosta ad esiti catastrofici l’intero quadro internazionale: auspicando e promuovendo conflitti dagli esiti imprevedibili. La somma di assassini psicopatici che si sentono circondati da nemici che vogliono annientarli e che vanno anticipati in questo senso, insieme con dei fanatici religiosi accecati nel loro delirio apocalittico non può, del resto, che spingere l’intera umanità verso quella catastrofe finale di cui parlano tutte le tradizioni.
E fa giustamente notare Marletta che «”l’inusitata alleanza” tra estremisti neocons al potere in USA, nazionalisti israeliani, Sionisti e Wahhabiti è divenuta sempre più efficace e operativa: un’alleanza mai palesatasi esplicitamente, di certo infida, stretta tra soggetti che — in fondo — si detestano e si tollerano con malcelato disprezzo, ma che è riuscita a seminare devastazione in Iraq come in Siria, nello Yemen come in Pakistan»; dove tornano d’estrema attualità le parole di René Guénon sulla contro-iniziazione parlando delle “sette torri del diavolo”, quando dice che «si potrebbe tracciare una sorta di linea continua, andando dal Nord verso il Sud, poi dall’Est all’Ovest, la cui parte concava circonda il mondo occidentale». E a proposito dell’alleanza fra soggetti che «si detestano e si tollerano con malcelato disprezzo», va ricordato che mentre la fratellanza può essere dettata solo dallo spirito, i patti e le alleanze (oltre che col diavolo!) avvengo fra soci clienti e complici, poggiando sugli interessi egoistici reciproci.
Nella sua Postfazione a questo libro, Carlo Corbucci assegna al Sionismo una funzione pseudo-esoterica, innalzandolo (ma sarebbe meglio dire abbassandolo!) dalla sua semplice dimensione politica e nazionalistica ad una dimensione esterna agli accadimenti temporali, facendone un vero e proprio strumento controiniziatico attivo in questa fase ultima del ciclo di manifestazione di questa umanità: quando «nell’ultima fase dell’ultima età, si manifesta nell’ambiente terrestre la forma più intellettivamente limitata, più corrotta e più ottusa, dell’uomo». Ed alla luce di tali considerazioni quest’opera di Gianluca Marletta acquista ulteriore valore e merito, dandoci essa la possibilità di toccare con mano e verificare sulla nostra stessa pelle gli effetti di quella crisi del mondo moderno di cui tanto ci si è riempiti la bocca, senza mai riuscire in fondo ad immaginarne e vederne gli autentici effetti e risultati finali. Qui è sinteticamente mostrato dove “va a parare” quell’Occidente, coi suoi squilibri e coi suoi sviluppi materialistici, continuamente contrapposto alla Tradizione da parte di René Guénon; la cui identificazione in termini semplicisticamente geografici sarebbe oramai riduttiva, essendo l’Occidente moderno tutto ciò che si oppone allo Spirito e alla Tradizione, a differenza di quello del tanto vituperato Medioevo, per cui sotto le sue insegne è possibile ritrovare perfino molti dei Paesi orientali, a loro volta “moderni” nel momento in cui sono colpiti da una progressiva perdita del senso dalla loro tradizione, con i loro governanti lanciati alla conquista dell’unico modello di vita e di sviluppo rimasti, all’insegna della materia e del possesso effimero dei mezzi grossolani d’esistenza: seppellendo la contemplazione che li caratterizzava col fragore dell’azione di cui si è ingozzato per primo l’Occidente.
Sicuramente il futuro molto prossimo, se solo una minima parte di quanto preventivato dal libro di cui ci siamo occupati andrà a compimento, sottoporrà gli uomini a prove particolarmente pesanti e li costringerà a fare scelte definitive. Se non si vorrà essere trascinati dalla corrente dissolutiva e servire passivamente, bisognerà avere la forza e il coraggio di marciare e lottare sotto le insegne dello Spirito (anche a dispetto delle mancanze e incomprensioni delle autorità religiose a cui ognuno fa riferimento), ritrovandosi, tutti coloro che rifiutano intimamente e per istinto le falsificazioni e le menzogne attualmente spacciate per verità, dalla parte giusta dello schieramento nel momento della resa dei conti, fornendo ognuno il proprio modesto contributo nella lotta contro l’Impostore che verrà a mettere alla prova l’autentica natura e vocazione di ognuno. Rinnovando l’invito fatto a suo tempo ad un “altro” degno rappresentante del popolo cui è stato affidato il compito di incarnare, con modalità differenti adattate ai tempi e ai luoghi, il punto di manifestazione più basso della nostra umanità: «Quello che devi fare, fallo in fretta».
Gianluca Marletta, La guerra del Tempio. Escatologia e storia del conflitto mediorientale, Irfan Edizioni, San Demetrio Corone, 2018.