Un mondo deviato
Parafrasando Evola, si può senz’altro affermare che oggi è inutile farsi illusioni su possibili interventi correttivi sullo stato d’imbarbarimento raggiunto dall’Occidente, nel suo insieme e nelle sue pestilenziali tracimazioni verso aree esterne ai suoi confini geografici, visto e considerato che noi ci troviamo, senza ombra di dubbio, alla fine del ciclo. Come indica Guénon, «le condizioni dell’epoca attuale (che corrisponde al Kali-Yuga) sono tali che la grande maggioranza degli uomini si vincolano all’azione ed al sentimento, che non possono condurli di là dai limiti dell’individualità umana»; e da una simile condizione derivano tutta una serie di conseguenze deleterie, per porre rimedio alle quali servirebbe un’inversione di marcia che la dottrina dei cicli non promette e non prevede, prima del compimento dello sviluppo totale delle possibilità contenute nella manifestazione di questo mondo. Ma ciò non vuol dire che il destino di tutti quanti noi sia inevitabilmente quello di cedere passivamente a questa deriva individualistica e sentimentale, una trasmutazione delle singole coscienze in senso superiore essendo sempre possibile. E, comunque, non è pregiudicata la possibilità di individuare e contrastare gli agenti che questo processo d’imbarbarimento assecondano e rendono possibile; onde potergli contrapporre modi diversi di intendere e vivere il transito terreno.
La contraffazione e l’inversione delle più elementari verità, la violazione delle leggi naturali, l’irrazionalismo trionfante e le bestialità più oscene, nonché la scomparsa di ogni traccia del sacro dalle costruzioni umane – siano esse politiche, culturali o artistiche – stanno trasformando, e non potrebbe essere altrimenti, l’esistenza della gran parte dell’umanità attuale in un insopportabile inferno in terra, privo di qualsiasi spiraglio positivo e di ogni speranza di redenzione. Dolore e disperazione sono le uniche merci che il “mercato” – questa entità astratta e onnipotente che è venuto a sostituirsi nella società moderna alla Divinità, altrettanto Invisibile e Onnipotente –, riesce realmente ad esportare in ogni angolo del pianeta, a dispetto delle illusorie e ipocrite promesse di progresso e avanzamento delle condizioni materiali di vita, sbandierate e imposte grazie ai potenti mezzi di manipolazione disponibili. Violenze inaudite e terrorismi di stato, spacciati per interventi umanitari, hanno fatto crescere intere generazioni di Paesi come l’Afganistan, lo Yemen, la Palestina o l’Iraq, senza che ci fosse stato nella loro vita un solo giorno di pace e sicurezza. E il sangue innocente versato in quelle aree, fa il paio col sangue quotidianamente succhiato dal “sistema dell’usura” ai popoli dei Paesi cosiddetti avanzati, spinti a cercar di colmare (presunti) buchi incolmabili e pagare debiti impagabili; com’è naturale che sia per ogni tipo di dipendenza usuraia.
«Le istituzioni sono come forme rigide nelle quali una sostanza originariamente fluente si è cristallizzata», affermava Evola sulla pagina culturale del Regime Fascista, a proposito della famiglia. La “sostanza originaria” da cui è legittimamente derivata l’istituzione del Governo degli uomini, assegnava ai governanti, fra l’altro, il compito di assicurare l’ordine sociale, garantendo il benessere e la prosperità, non solo materiale, di coloro che essi governavano; dove l’applicazione sociale della Legge Eterna si traduceva in “doveri” più che in “diritti”, e compito primario dei reggitori dello Stato era proprio quello di mettere i propri sudditi nelle condizioni di poter assolvere al meglio il proprio dovere, facendo ognuno quello che doveva essere fatto (in tutti gli ordini: corporeo, psichico e spirituale), per portare a pieno compimento il proprio perfezionamento, a qualunque livello ci si trovasse collocati. È però accaduto che le cristallizzazioni subite nel tempo dalle istituzioni governative sono andate ben oltre il naturale e prevedibile irrigidimento formalistico, e l’applicazione meccanica e inconsapevole di regole di cui non si conosceva più l’origine (come per il cieco ma comunque utile perpetuarsi delle forme e dei contenuti del folklore): scivolando in una vera e propria “inversione” del compito originario.
Il fatto stesso che oggi l’uomo possa cambiare professione a suo piacimento, incoraggiato dal clima generale o costretto da esigenze economiche e di sopravvivenza, indipendentemente dalla sua natura, è già un chiaro esempio di squilibrio e d’impedimento all’armonioso e proficuo sviluppo della propria missione esistenziale, riducendolo esclusivamente alla sua dimensione corporea e alla sfera animale. Quando poi l’attenzione generale non si concentra più sui “doveri”, ma sui “diritti” (con la preminenza data, guarda caso, alla sfera sessuale, quella cioè che coinvolge maggiormente il sentimento l’istinto e le passioni animali), vuol dire veramente che l’ordine naturale si è rotto e che una tendenza antiumana ha fatto irruzione nella società. Se, per esempio, nel mondo classico esistette “il figlio del dovere”, col quale il capo famiglia garantiva la continuità della stirpe, nel mondo deviato in cui ci troviamo a vivere si è passati al “diritto ad avere un figlio”, comunque e da parte di chiunque, sotto la spinta di un’esigenza egoistica e legata al capriccio personale, completamente slegata da ogni considerazione comunitaria e impersonale. Se poi ci si ferma ad analizzare l’assoluta mancanza di logica che presiede la campagna terroristica per l’affermazione della cosiddetta teoria gender, finalizzata a minare il nucleo base della società umana, chiedendosi perché il boicottaggio minacciato dagli omosessuali (fino a prova contraria, ancora un’infima minoranza) assicuri un disastro finanziario certo a marchi come Barilla o Dolce & Gabbana, mentre un eventuale boicottaggio dei ben più numerosi clienti etero non viene nemmeno preso in considerazione, si ha la dimostrazione concreta e tangibile che i conti, in qualche modo, non tornano.
È oramai palese a tutti che l’ambitissimo mestiere della politica (direttori di giornali, docenti universitari, magistrati e uomini di cultura, non ci pensano due volte a buttare nel cesso la loro professione, pur di accedere ad uno scranno parlamentare), è diventato competenza esclusiva di esseri bassi volgari e ignobili (non a caso, il contrario di nobili), pronti ad approvare leggi assurde ed antiumane e disposti a tradire le più elementari regole di convivenza e rispetto della dignità, propria e del prossimo. E non può nemmeno essere fonte di soddisfazione il constatare lo stato penoso in cui è ridotta la classe politica con le sue malefatte, rischiando di cadere nella medesima stoltezza e nel medesimo masochismo di colui che sega il ramo su cui sta seduto. Il vuoto in politica, così come in natura, non può sussistere, per cui quel vuoto dovrà essere in qualche modo riempito, gettando la società umana nelle mani di un “potere”, di qualunque tipo esso sia.
Per provare ad ipotizzare di che tipo potrebbe essere questo nuovo “potere” che verrà a ristabilire l’illusorio ordine e a soppiantare gli attuali governanti corrotti e inadeguati (stranamente, tutti accomunati dagli stessi vizi e dai medesimi peccati, sotto qualunque latitudine!), in considerazione del fatto che non si può non intuire un’intelligenza dietro tutti gli eventi nefasti e sconvolgenti che scorrono davanti ai nostri occhi, potrà essere utile riportare una citazione dell’autore de La Guerra Occulta, Emmanuel Malynski: «Poiché gli effetti di questa intelligenza sono oltremodo intelligenti, benché in un senso secondo noi negativo, dobbiamo concludere che anche la causa sinora sconosciuta debba essere parimenti intelligente. E poiché nel nostro mondo fisico, che è il campo della storia, non conosciamo altro agente intelligente che l’uomo, dobbiamo concludere che esiste una razza, una specie e un gruppo di uomini che è la causa unica del quadruplice fenomeno storico che stiamo osservando». Dove il quadruplice fenomeno per Malynski era costituito da liberalismo, nazionalismo, capitalismo e socialismo, che avevano, ognuno a suo modo, devastato e sconvolto l’Europa dell’Ottocento e dell’inizio Novecento; ricorrendo, fra l’altro, alle medesime tecniche sovversive oggi usate per devastare l’ultima area geografica che conserva ancora tracce di “antico” e di “arretratezza”.
Di fatto, oggi sono in corso due tipi di guerre: una guerreggiata e combattuta in modo convenzionale contro quelle popolazioni e quei paesi tuttora impermeabili alle lusinghe della società dei consumi, dell’edonismo e del secolarismo ateo e antireligioso; l’altra rivolta invece contro i popoli dello stesso Occidente, già infettati dai germi del modernismo ed esposti alle peggiori influenze psichiche. Bombardati da stati d’animo creati ad hoc, non meno dannosi e devastanti delle bombe sganciate sulle inermi popolazioni civili dei paesi “arretrati”. E a condurre questo duplice conflitto è la Setta Capitalista, che ha sublimato e riassunto in sé l’essenza di tutte le altre sette e consorterie che da sempre hanno fornito il loro entusiastico contributo al processo dissolutivo. L’unica Setta ascesa al vertice del Potere mondiale e puntualmente identificata dal Malynski, a dispetto dei tanti allocchi il cui sguardo viene stornato da manifestazioni parziali e marginali, i quali non avendo «occhi che per la massoneria e per le società segrete il cui “mistero” colpisce la loro immaginazione. Perdono così di vista il fatto che proprio il capitalismo moderno è la maggiore società segreta. Anche se gli ingranaggi più nascosti del suo apparato ci sono sconosciuti, come sono sconosciuti, d’altronde, alla maggior parte dei capitalisti, nondimeno esso copre il mondo moderno con la rete delle sue innumerevoli ramificazioni».
Naturalmente, la sua “ultima istanza” non risiede nel profitto finanziario, un di più che di sicuro non guasta, e comunque utile a comprare gli innumerevoli servi, pronti a diffondere e spacciare le parole d’ordine che il momento richiede, nonché a legiferare come il padrone comanda. È necessario, invece, immaginare una malvagità connaturata in determinati individui, i quali sfuggono ai canoni ordinari di valutazione e giungono a concepire ciò che per l’essere umano normale (per quanto degradato) è inconcepibile. Solo ammettendo una tale amara realtà, si comincerà ad intuire e intravvedere quali logiche possono sovrintendere a certi indirizzi fatti prendere alle società contemporanee; essendo del tutto secondarie le considerazioni di tipo economico e materiali. Una volta compreso, poi, con chi si ha veramente a che fare, ci si potrà sottrarre all’angoscia e alla paura, che sono figlie dell’ignoranza, e si potrà rivolgere uno sguardo anche di pena e commiserazione verso coloro che in fondo sono e resteranno sempre dei “poveri diavoli”!