Come si sa, gli americani sono bravissimi a combattere e vincere le loro guerre… al cinema. Con le cinematografiche rappresentazioni fantastiche e spettacolari, infatti, hanno sempre compiuto imprese memorabili e leggendarie: vedi Rambo e compagnia guerreggiante. Il discorso cambia totalmente quando si tratta di rischiare veramente la pelle e di “mettere gli scarponi sul terreno”; allora, non fanno altro che prendere botte da tutti, a dispetto delle indiscutibili capacità di potenza materiale, ritornandosene regolarmente a casa con “la coda in mezzo alle gambe” a leccarsi le ferite fisiche, ma, soprattutto, psicologiche. Essi sono poi, in quanto miglior prototipo dell’abitante medio del moderno Occidente, anche soggetti al miserabile vizio della metodica demonizzazione dell’avversario di turno, su cui riversano tutto il repertorio di accuse ed offese immaginabili, al fine di alimentare un odio smisurato per il nemico, onde farli sentire a posto con la coscienze: al pari di quelle fanciulle che si inventano di tutto per giustificare la perdita dell’illibatezza, continuando a sentirsi santarelline. Se i popoli guerrieri dell’antichità esaltavano il valore dell’avversario per attribuire ancor maggiore gloria a se stessi e alle loro imprese, i plebei d’oltreoceano non fanno altro che abbassare e denigrare i nemici, confermando così, di riflesso, la loro pochezza e meschinità.
Il copione hollywoodiano è stato ancora una volta applicato nello scontro attualmente in corso sul ring ucraino, dove si affrontano, da una parte uno statista serio e amato dal suo popolo, a cui anno portato minacce e provocazioni sull’uscio di casa, dall’altra un guitto travestito da capo popolo, mandato avanti da manager e impresari che tutto vogliono tranne il bene della gente di quel Paese. Di fatto quello in corso è un incontro di pugilato truccato, che se combattuto ad armi pari sarebbe già terminato al primo round, per atterramento di uno dei due sfidanti. Ma, siccome sono subdolamente intervenuti tutta una serie di fiancheggiatori e sostenitori interessati del presidente comico, ricorrendo ad ogni mezzo ed utilizzando qualunque scorrettezza per falsare il risultato del mach: colpi bassi al disotto della cintura; smaccata partigianeria degli arbitri e dei mezzi d’informazione; generosa fornitura di sostentamenti e aiuti all’angolo dell’uno, rispetto al blocco di ogni bene e conforto di prima necessità all’altro; suono anticipato del gong quando il primo si trova al tappeto, per bloccare il conto alla rovescia dell’arbitro; attacchi e persecuzioni gratuite a tutti i collaboratori e simpatizzanti dello statista; ricorso a pratiche di magia nera per trafiggerlo a distanza con spilloni e malefici stregoneschi; scorretto prolungamento ad oltranza dell’incontro per evitare anche solo la vittoria ai punti, che premierebbe il combattente avversato; sembrerebbe che il risultato sia già deciso.
Ma tutti i film prima o poi finiscono, e la giustizia e la verità trionfano nella vita reale, che è ben diversa della finzione cinematografica. Per cui Ivan Drago avrà, alla lunga, la meglio sul Rocky a stelle e strisce. Se non altro, perché ha una moglie molto più bella di quella cessa della moglie dell’altro!
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