Poveri diavoli
L’ex componente del gruppo musicale dei Ricchi e Poveri, il “baffo” Franco Gatti, ha recentemente raccontato di essere “in comunicazione” col figlio Alessio, tragicamente scomparso nel febbraio 2013, mentre era in svolgimento il Festival di Sanremo, a cui i Ricchi e Poveri avevano tante volte partecipato con brani entrati nella storia della musica popolare italiana.
Ospite insieme alla moglie di una trasmissione televisiva, l’artista ha spiegato il modo in cui il figlio defunto comunicherebbe con loro dall’aldilà. Diverse volte su un balcone di casa è arrivato un gabbiano, dietro il quale, secondo mamma e papà, si celerebbe Alessio. E non è tutto, visto che Franco Gatti ha rivelato che Alessio entrerebbe nel corpo della moglie, facendole scrivere messaggi: «Lui comunica attraverso Stefania e lo fa tramite la scrittura automatica». E da parte sua ha spiegato la donna, architetto di professione e quindi dalla salda formazione positiva e scientifica: «So che può essere difficile crederci, ma io scrivo mentre lui mi parla, riesco a scrivere al buio senza problemi, mi serve solo sentire la sua voce». Aggiungendo: «Faccio scrittura automatica, non a comando. Mi sveglio di notte e sento un impulso molto forte, quando è debole mi giro dall’altra parte e continuo a dormire. Quando è molto forte mi metto a disposizione, è una questione vibrazionale, non posso dire che sento delle voci, la mia mano va da sola, scrivo completamente al buio, la scrittura è molto scorrevole, non metto punti né virgole però, in quel momento. Scrivo senza sapere cosa sto scrivendo. Finito tutto ciò, torno a dormire, non rileggo mai subito quello che ho scritto. Quando decido di rileggerlo, scopro chi mi ha inviato il messaggio».
Si tratta purtroppo di un caso emblematico, che vedendo coinvolto un personaggio famoso del mondo dello spettacolo è finito sulle “prime pagine”, ma rappresentante solo la punta di un iceberg che lascia trasparire una realtà molto più diffusa di quanto si possa sospettare e temere; anche in virtù del palese proselitismo insito in rivelazioni simili fatte al grande pubblico televisivo, già di per sé, il proselitismo, un marchio significativo che ci consente di collocare nel posto che gli compete l’episodio. Di fatto, uno degli incubi peggiori per ogni genitore è quello di sopravvivere ai propri figli: un evento innaturale che, quando si verifica, getta in abissi di sconforto angoscia e disperazione, devastante dal punto di vista dei sentimenti e creatore delle condizioni affinché si sia disposti a tutto pur di ascoltare ciò che ci si vuol sentire dire di consolatorio. In una simile condizione di estrema debolezza e fragilità, se non si è almeno dotati di una salda e radicata fede religiosa, sebbene poco supportati dalle odierne gerarchie ecclesiastiche, troppo prese dal loro ruolo di “assistenti sociali” per occuparsi di simili incombenze, si rischia di imboccare percorsi apparentemente confortanti ma che, alla lunga, si dimostrano strade senza uscita, che portano direttamente a forme evocatorie e a credenze particolarmente sinistre, ignorandone totalmente gli autentici tenebrosi risvolti, dove fra l’altro vengono annullati e vanificati gli stessi effetti della sepoltura religiosa e dei riti corrispondenti. Del resto lo spiritismo (a cui René Guénon dedicò quasi cento anni fa un sempre attuale studio), rappresenta ancora oggi una delle forme più diffuse e popolari (una sorta di Rotary, di “cerchio esterno”, di tappa d’approssimazione alle più “basse” gerarchie controiniziatiche), di quelle pseudo religioni che si sono andate a sostituire alle religioni legittime e ortodosse, fornendo il proprio contributo decisivo all’affermazione del cosiddetto neospiritualismo, in virtù del suo semplicismo e della sua grossolanità; “minacciato” in questo suo non invidiabile primato solo dall’ufologia, non meno adatta alle intelligenze mediocri e facilmente suggestionabili dei nostri contemporanei.
Franco Gatti, che in fondo è una brava persona e si è anche dichiarato in una intervista credente cattolico, ha di fatto lasciato la “gestione” del lutto che li ha colpiti alla moglie; la quale, si viene a sapere, da lungo tempo era già in contatto con gruppi di persone (soprattutto donne!) dedite alla comunicazione coi defunti. Questa appartenenza presuppone l’utilizzo di un “metodo” e di tecniche sperimentali, pur rimanendo in una pericolosa posizione di assoluta passività, al fine di aprire canali di comunicazione con l’aldilà dove non si tratta quindi più delle semplici esigenze affettive di persone che hanno perso un loro caro e che non sanno quello che stanno facendo (quasi una specie di contraffazione della rivelazione di tipo religioso), ma del processo inverso di far rientrare in un meccanismo già predisposto (una sorta di acchiappafantasmi) chiunque sia deceduto. Arrivati a questo punto, non sarebbe azzardato ipotizzare un prossimo utilizzo spiritistico degli stessi strumenti che la rivoluzione informatica e i canali social hanno messo a disposizione dell’ignoranza generale, mostrando anche in questo campo l’irrimediabile obsolescenza della scrittura, per quanto “automatica”. Cosa vieta infatti, una volta imboccata questa strada, ad un morto di mandare anche un messaggio WhatsApp con relativi video o foto allegati?
Non esistendo nelle vicende che riguardano gli esseri umani alcunché di spontaneo, non si può fare a meno di intravvedere anche in questo caso l’impulso esterno e il marchio pervertitore di colui che, dannato Diavolo!, mette a disposizione “strumenti” che consentono di intervenire in quella dimensione intermedia che rappresenta una vera e propria discarica psichica, e approfitta dell’uso incosciente della credulità di tanti “poveri diavoli”, la cui buonafede contribuisce purtroppo ad attirare sempre nuove vittime, per riportare in vita forze e cose dell’altro mondo, fra le più basse e dagli effetti più funesti, e fargli svolgere un lavoro utile e funzionale ai suoi disegni e ai suoi progetti satanici.