L’arte del servilismo e l’Ordine Divino
L’onorevole David Sassoli, presidente del parlamento UE, ha dichiarato una settimana addietro che «finalmente oggi l’Unione Europea si muove, non avevamo dubbi” (…) Adesso Consiglio e Parlamento – ha sottolineato – dovranno approvare queste prime proposte. Posso assicurarvi che il Parlamento lo farà il prima possibile. Per salvare i nostri Paesi dobbiamo far funzionare l’Europa.… Da oggi – solo oggi dopo più di due mesi (ndr) – la parola d’ordine in Europa è solidarietà» (notizie ANSA del 13/03/2020). E continua enunciando il teorema che l’interdipendenza che si è venuta a creare, porta alla necessaria soluzione di un’unione europea. «Noi senza l’Europa non avremmo la possibilità di risolvere alcun problema…» (“Che tempo che fa” 13/03/20). L’euro presidente ha però un attimo di esitazione alla domanda di un cronista sulle politiche adottate nei nostri confronti da Francia e, soprattutto, Germania. Il rossore che gli colora il volto tradisce, suo malgrado, una scomoda verità che con incredibile faccia tosta elude, mentre si spreca in una ridicola lode alla Cancelliera che ha messo, solo oggi, a nostra disposizione un milione di mascherine; questa elemosina pietosa per lui costituisce un segno di grande solidarietà, che lo fa sorvolare sulla sconsiderata e infame politica eurocentrica che ha criminalizzato l’Italia per due mesi, con incalcolabili danni economici oltre che morali. La risposta smaschera la menzogna abituale dei pidioti, e la deferenza, non più ai loro cronici affezionati elettori, incapaci di uscire da una stupida ottusità, quanto ai poteri forti che li hanno favoriti nell’appagamento delle loro ambizioni.
La Lagarde, altro scellerato personaggio al timone della BCE, ha dichiarato «…non siamo qui per chiudere lo spread, non è il compito della BCE, ci sono altri attori che si preoccupano del problema». Parole contro l’Italia, parole che sono cadute come un macigno sulle borse europee e che solo all’Italia hanno inflitto un crollo delle borse e la perdita di 84 miliardi di euro. Verrebbe da chiedersi in che mani siano finiti questi immensi flussi finanziari, e se la stessa Lagarde non abbia retto il gioco a proposito, con la sua criminale dichiarazione.
Infine, l’invocazione del Presidente del Consiglio di un’apertura al MES senza consultare il parlamento, sembra un finale con parossistica frenesia nel raggiungere obiettivi oscuri a noi comuni mortali, certamente molto rilevanti per chi commette il tradimento. Perché solo questo termine si può applicare a chi intende consegnare una nazione ai diktat della troika che persegue indirizzi opposti al bene della popolazione. È una manovra per schiacciare gli ultimi epigoni di libertà che non vogliono accettare il pensiero unico? O, più semplicemente, il miserabile di turno cerca appigli più forti per non cadere dalla sua poltrona?
Questi personaggi, malgrado le cariche altisonanti che esibiscono, rivelano, in ogni loro atto, il servilismo meschino col quale barattano la propria dignità, l’amor proprio e la fedeltà alla patria; estranei e sprezzanti verso il popolo che dovrebbero rappresentare, sono apolidi di fatto, quando non di origine, senza alcun legame di suolo, di sangue, di lingua, aventi tra di loro un unico comune denominatore, al di là delle variabili aderenze politiche, la ricchezza materiale. Ma questa ha un prezzo, come ogni patto che si stipuli; allora potremmo desumere che certe scelte, da loro imposte così spavaldamente ai paesi UE, siano precise istruzioni ricevute dalle note lobbies mondialiste, e i tre protagonisti citati non sono altro che attori che recitano un copione non scritto, ma applicato con ferrea determinazione.
Seguire, al di là del bombardamento mainstream, i metodi e le azioni di questi irresponsabili sovranazionali, ci deve aiutare a comprendere come i nostri politici nazionali siano irrimediabilmente compromessi – per aver dovuto rinunciare ad una legittima sovranità in cambio degli incarichi andati a ricoprire, nel proprio Stato e in Europa – e quindi, gioco forza, sottomessi a poteri dei quali, se non ne percepiscono i fini ultimi, ne riescono senza dubbio a misurare la portata devastante, ogni qualvolta provano a intralciare minimamente i loro programmi egemonici. E la piega che gli eventi stanno prendendo non promette nulla di buono, né le forze politiche governative o all’opposizione sembrano attualmente in grado di contrastare la stretta tirannica che è dietro l’angolo.
Queste semplici analisi non devono però essere scambiate per vittimismo o inguaribile pessimismo di chi non può avere il potere, piuttosto la coscienza di volerci ritenere fortunati a non esserci mai sporcati, non per nostra volontà, ma crediamo per un provvidenziale disegno, con un sistema che si fonda sulla menzogna e non ha alcuno scrupolo verso un portatore della verità: lo corrompe, oppure lo delegittima e imprigiona, e se necessario lo sopprime.
In questa condizione d’isolamento, bisogna reagire e interrompere i ritmi impostici dai media, fatti di numeri, inutili dibattiti, statistiche e fosche previsioni, senza, per questo, abbandonarci alla solita faciloneria pressapochistica di stampo italiota, che è divenuta dominante. Il passeggiare per le città con spavalderia e il fregarsene delle misure imposte è peculiare di un tipo umano egoista, senza rispetto del prossimo, pronto a volere tutto per sé, comprese le cure per una patologia che magari ha contratto proprio per il suo disprezzo verso le regole della comunità a cui appartiene.
Così, una volta prese le necessarie precauzioni, si può tentare di trasformare il veleno (la pandemia da coronavirus e l’isolamento imposto) in farmaco (evitare inutili assembramenti, frequentazioni superficiali per sfuggire al vuoto esistenziale, insulsi dibattiti che mai approdano a qualcosa di concreto) per provare a curare il nostro essere alla radice, dalla frenetica corsa verso il nulla. Dovremmo far riferimento ad una vita più sobria, con minimi contatti esterni, anche se il nostro scopo non deve certamente essere un totale isolamento, quanto piuttosto un filtrare con moderazione e limitare i contatti con Tv e internet.
Dopo di che, ciò che ci resta è mantenere acceso il pur esiguo fuoco della Tradizione, di orientare i propri atti verso Dio, presenza viva che ci accompagni e ci guidi nei nostri atti quotidiani. Ricordiamo, con il messaggio dell’Imperatore filosofo, come le avversità materiali siano nient’altro che il riflesso di un totale disordine spirituale: «Ma ti par possibile che mentre nella tua interiorità non è negata la formazione d’un mondo ordinato, vi sia poi confusione e caos nell’universo? Non vedi che in modo mirabile ogni cosa è distinta e nello stesso tempo congiunta, e tutto si svolge in profondo rapporto di dipendenza?» (Marco Aurelio – Ricordi).