L’imposizione dei vaccini
Per soddisfare la “fame di SAPERE” di Dante, (canto V del Paradiso), Beatrice, a proposito del “Libero Arbitrio”, così si esprime:
Lo maggior don che Dio per la sua larghezza
fesse creando ed alla sua bontate
più conformato e quel ch’è più apprezza,
fu della volontà la libertate;
di che le creature intelligenti,
e tutte e sole, fuoro e son dotate.
«Il più grande dono naturale che Dio, creando, con la sua generosità abbia fatto, ed insieme più conforme alla sua bontà, e quello che Egli stima più di tutti gli altri doni, fu la libertà della volontà o libero arbitrio, del quale furono e sono dotate tutte e soltanto le creature intelligenti».
Lo stress mediatico ed il continuo bombardamento di notizie su tutti i canali radio-televisivi sulla “necessità” o meglio “obbligatorietà” di vaccinarsi, suscita in noi una legittima e sacrosanta domanda: Possono le autorità esistenti limitare o condizionare il dono più grande che Dio ha fatto agli uomini, dotandoli del libero arbitrio? Siamo ancora dotati della facoltà di scegliere?
Non è certamente nostra intenzione scatenare violente reazioni da parte dei mass media o dei politici o sapientoni di turno, siamo infatti consapevoli che saremo “sopraffatti” con mille argomentazioni dai numerosi conduttori televisivi e scienziati di turno, (fino a poco tempo fa, questi ultimi, sconosciuti al grande pubblico per il solo fatto che pur chiamandosi “scienziati” non hanno mai scoperto nulla).
Anche i nostri “dotti politici” non si risparmiano per convincere tutta la popolazione della necessità di vaccinarsi, per evitare di diventare “untori” e di mettere a repentaglio la vita delle persone e addirittura dei nostri stessi familiari, oltre a ritardare con il nostro irresponsabile comportamento la ripresa economica e sociale del paese.
Ancora non c’è formalmente un obbligo giuridico di vaccinarsi, anche perché sarebbe contrario alla nostra costituzione, tanto spesso invocata e vilipesa. Tuttavia, in assenza di vaccinazione, le Autorità minacciano che non si potrà viaggiare, non si potrà lavorare se nel luogo di lavoro si possono avere contatti con altre persone, non si potranno frequentare teatri, cinema, sodalizi e altri luoghi frequentati e, probabilmente, come da alcuni già paventato, saremmo persino privati dell’assistenza sanitaria, per la ragione che lo Stato non potrebbe farsi carico dei costi dell’assistenza sanitaria se ti ammali per colpa tua.
In altri termini se non ti vaccini dovrai uscire dalla convivenza civile e rassegnarti ad un sistematico isolamento.
Naturalmente le autorità politiche decidono con il sostegno degli scienziati di turno e delle Autorità Sanitarie Internazionali (naturalmente tutti in lista paga) allo scopo di condividere eventuali responsabilità.
E il diritto di scegliere liberamente dato da Dio agli uomini come dono più prezioso e storicamente frutto di millenni di lotte e conquiste sociali che fine ha fatto? La risposta che frequentemente ci viene data è che innanzi tutto occorre tutelare il “diritto alla vita”, quest’ultimo oggi legato indissolubilmente al vaccino, ignorando che la vita senza libertà ed autodeterminazione non ha più alcun valore. Il messaggio è chiaro e non tollera deroghe!
Ma siamo sicuri che lo scopo sia solo quello di tutelare la nostra salute e quindi la nostra vita? E siamo sicuri che la scienza, che attualmente domina la scena, non sia condizionata da interessi economici da parte delle grandi Lobby che operano nel settore sanitario? E siamo sicuri che gli scienziati e scopritori dei vaccini abbiano operato con scienza e coscienza?
Ci si può fidare dell’attuale ricerca scientifica, considerato che quest’ultima quasi in tutto il mondo è stata affidata a società farmaceutiche private che hanno dimostrato di operare non per il bene dell’umanità, ma soprattutto per gli ingenti profitti economici legati alle scoperte scientifiche? E siamo certi che non ci sia qualcuno con la mente perversa che voglia approfittare di questa pandemia per condizionare le nostre scelte e privarci della libertà di decidere come vivere la nostra vita? Chi dovrebbe fornirci la risposta a questi legittimi interrogativi? A quale santo o santa, come ha fatto Dante con Beatrice, dovremo rivolgerci per avere risposte convincenti?
Certamente non agli organi di informazione, oramai totalmente asserviti alle “Lobby Finanziarie” che controllano e finanziano gli stessi mezzi di informazione ove lavorano. Né tantomeno alla “Politica”, ancor di più condizionata dall’andamento dell’economia e dalle decisioni di “Gruppi Elitari”, che definiscono l’agenda pubblica in modo tale da condizionare il nostro pensiero.
Una cosa è certa, mai come oggi l’informazione e i mass media ci bombardano attraverso innumerevoli canali, raggiungendo un pubblico sempre più vasto. E che influenza ha tutto questo su di noi?
Gli stimoli mediatici sono davvero in grado di modificare il nostro modo di valutare la realtà e condizionarne i comportamenti e le decisioni fino al punto di privarci della libertà di scelta? In altre parole, l’agire umano è mosso soprattutto da influenze esterne oppure è tutto ascrivibile alla pura volontà umana?
«La capacità ed il diritto di focalizzare la nostra attenzione sono una condizione necessaria ed imprescindibile per l’individuo in termini di autonomia, responsabilità, riflessività, pluralità ed impegno personale».
Sono le testuali parole (purtroppo sono rimaste solo parole) contenute nel progetto “The Onlife Initiative” promosso e finanziato dalla Commissione Europea «con lo scopo di contrastare l’abbondanza di informazioni per proteggere e salvaguardare la capacità di attenzione dell’essere umano e la sua libera determinazione e contrastare così la crescente costruzione di realtà artificiali con finalità commerciali».
E per quale motivo questi principi non trovano oggi alcuna considerazione in materia di vaccini?
Per quale ragione si invita costantemente tutta la popolazione ad effettuare la vaccinazione senza una preventiva corretta informazione sulle conseguenze e sui possibili effetti collaterali? Qual è l’obiettivo? “L’immunità di gregge”, ma gli esseri umani non sono pecore.
Non siamo in linea di principio contro tutti i vaccini e riteniamo che ognuno abbia il diritto di decidere liberamente se farlo e quando farlo, ma la scelta deve essere libera senza condizionamenti o ricatti di sorta. Siamo comunque consapevoli che qualunque influenza esterna, violenza o condizionamento possa esservi, alla fine e per fortuna sarà sempre l’uomo a decidere cosa fare in quanto “dotato di libero arbitrio”. Altrimenti quale senso avrebbe punire chi sbaglia e premiare, al contrario, chi farà bene?
Una cosa però è sicura e nel contempo inaccettabile: chi si ostina a pensarla diversamente viene “colpevolizzato” e viene posto al centro di violenti processi mediatici e sarà additato alla pubblica riprovazione fino ad arrivare al “linciaggio politico o gogna mediatica”.
Gli scienziati di turno, oggi più che mai alla ribalta della cronaca, hanno il dovere morale di parlare con “verità”,(ammesso che ne abbiano conoscenza e consapevolezza), evitando di dire tutto ed il giorno successivo il contrario di tutto quello che hanno affermato il giorno precedente.
Molti di questi medici scienziati che invece di stare in ospedale a curare i malati come tanti loro colleghi, sono diventati delle “star televisive”, farebbero bene a rileggersi il codice deontologico e a comprenderne il significato etico-professionale che questa professione richiede e rispondere con verità (ammesso che ne siano capaci) ai tanti dubbi ed incertezze che i cittadini pongono a causa di esternazioni non del tutto coerenti e spesso chiaramente a sostegno degli interessi delle grandi aziende sanitarie.
Occorre ricordare che l’art. 56, comma 2, del codice di deontologia medica impone che «la pubblicità informativa sanitaria da parte dei medici, con qualunque mezzo diffusa deve essere sempre veritiera, corretta e funzionale all’oggetto dell’informazione, mai equivoca, ingannevole e denigratoria».
Ai giornalisti di turno che imperversano tutto il giorno nei canali televisivi e radiofonici sproloquiando sulla pandemia, ricordiamo che ai sensi dell’art 1 del Testo Unico dei Doveri del Giornalista è «loro obbligo inderogabile il rispetto della verità sostanziale dei fatti nel rispetto dei principi di lealtà e buona fede e possono accettare indicazioni e direttive soltanto dalle gerarchie redazionali, purché le disposizioni non siano contrarie alla deontologia professionale».
Purtroppo constatiamo che il più delle volte i codici deontologici restano mere enunciazioni di principi, quasi sempre inosservati sia per il generale costante degrado morale ed etico dell’umanità, sia perché operare in piena libertà e coscienza comporta quasi sempre dei prezzi da pagare. Almeno chiediamo agli operatori dell’informazione di astenersi dal fornire notizie non veritiere e ingannevoli.
Tanto per restare in argomento, Dante colloca i “Consiglieri Fraudolenti” nell’ottavo cerchio dell’Inferno, avvolti da lingue di fuoco che vagano nell’aria per l’eternità ed il loro contrappasso consiste nell’essere avvolti in una lingua di fuoco, per analogia come le loro stesse lingue che furono fonte di frode. I “Falsatori di Parole” sono invece tormentati da una febbre altissima che procura loro sete inestinguibile ed il loro contrappasso consiste in una morbosa deformazione del fisico come dell’equilibrio psichico, in corrispondenza con la contraffazione del vero che hanno operato con le loro false e servili parole.
Sappiamo comunque che tutto ha un limite e non è possibile condizionare per troppo tempo la vita e quel poco di libertà che ancora ci è rimasta, senza andare incontro ad eventi per molti aspetti incontrollabili ed imprevedibili.
René Guénon, nel suo illuminante testo “Il Regno della Quantità e i Segni dei Tempi”, afferma che:
«La fine del ciclo che ricomprende l’epoca attuale in cui il processo chiamato di “Solidificazione del Mondo” ha raggiunto la sua forma più ampia e grossolana e in cui si verificano ampi processi di pietrificazione e materializzazione del mondo, si avvia verso la “Dissoluzione”, con la conseguenza di rendere i cambiamenti sempre più rapidi ed incontrollabili a causa della stessa accelerazione del tempo, che va diventando sempre più esagerata. La “Solidificazione del Mondo”, che in qualche modo ha comportato stabilità e l’impressione di avere oramai raggiunto un certo livello di sicurezza, ha d’altronde dei limiti imposti dalla natura stessa delle cose. “La Grande Muraglia” che circonda il nostro mondo materializzato, se in qualche modo fino ad ora lo ha protetto ed ha costituito insieme una protezione e allo stesso tempo una limitazione, può costituire un argine fino a quando non si producono delle “Fenditure” che renderanno possibili l’intrusione di influenze malefiche della sfera sottile inferiore».
Speriamo che la pandemia, con le sue costanti ed innumerevoli mutazioni, che per la prima volta ha interessato l’intero nostro pianeta, non costituisca una nuova “Fenditura” nella “Grande Muraglia”, consentendo l’introduzione di nuove influenze negative che come primo effetto avranno quello di limitare il diritto e la libertà di scelta e di movimento degli esseri umani, che come abbiamo detto rappresentano il dono più prezioso che DIO ci ha concesso.