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Quante cose ci racconta il Bernini con la sua “Estasi di santa ...

Tutti malati

C’è chi ha definito la vita “una malattia che si trasmette per via sessuale, e col cento per cento di mortalità”. A cui si potrebbe aggiungere che “il vigliacco è colui che rinuncia a vivere per paura di morire”. Queste elementari constatazioni, che hanno da sempre e a tutte le latitudini costituito il bagaglio conoscitivo di ogni essere umano appena dotato di uno stato di coscienza minimamente superiore a quello animale, ha permesso ad ognuno di affrontare avversità e tragedie col necessario distacco e fatalismo, sufficienti a liberarlo dagli effetti paralizzanti del terrore, dato che la vita va comunque sempre avanti.

  Viste le premesse legislative dell’attuale dominio sanitario operante sull’intera popolazione mondiale, e per la caratterizzazione parodistica del potere reggitore dell’umanità dei tempi ultimi, non è azzardato ipotizzare una sempre più invasiva irruzione, cui già stiamo in parte assistendo, delle autorità sanitarie anche nella sfera più intima e riservata della persona: quella direttamente legata all’attività spirituale e ai processi realizzativi, nella modalità ascetica o anche solamente mistico-devozionale. 

È infatti noto che in simili percorsi e vie spirituali possono verificarsi fenomeni inconsueti e anomali che si riflettono sulla sfera corporea e su quella psichica; i quali, da un punto di vista materialisticamente limitato, possono essere malevolmente interpretati come manifestazioni morbose, squilibri e anomalie della normale fisiologia umana. Che si tratti della comparsa delle stimmate in figure come quelle di San Francesco o di Padre Pio, dello stato di concentrazione profonda e di distacco dalla realtà circostante del Buddha assiso nella posizione del loto o delle febbri di Milarepa, alla luce degli attuali “parametri”, potranno tutti automaticamente essere considerati pericolosissimi (per sé e per gli altri) segni di malattia, passibili di TSO e di cure forzate, a carico del sistema sanitario nazionale.

Se le manifestazioni proprie della via mistica possono superficialmente essere associate a uno stato di malattia – fino a confondere le estasi di santa Teresa con attacchi isterici, come accade con gli psicanalisti –, condividendone in parte la passività e subendone gli effetti, per quanto esse presuppongano un percorso di ascesi basato su esercizi spirituali e preghiere di particolare intensità e fervore, non si può sicuramente dire lo stesso per ciò che ha attinenza col lavoro iniziatico, in cui proprio il controllo costante (da parte dell’adepto stesso o del maestro spirituale che lo guida) e l’evidenza di ogni singolo passaggio o tappa, prevedono il totale dominio e l’assoluta consapevolezza del lavoro che si sta svolgendo. In ogni caso, che si tratti di una “via umida” o di una “via secca”, non dovrebbe essere permesso a nessun profano di provare a intervenire dall’esterno e invadere una sfera totalmente preclusa ai dotti ignoranti dei consessi scientistici. 

Del resto, se ciò che ha diretta attinenza con lo Spirito si difende benissimo da solo, non essendo il suo dominio accessibile ai (più o meno consapevoli) servitori dell’Avversario, per quanto riguarda l’ambito religioso, nel quale il misticismo rientra a pieno titolo, non potrà sicuramente offrire alcuna protezione e garanzia a quanti volessero seguirne i dettami e le regole l’attuale Chiesa cattolica, che sembra aver abdicato vigliaccamente alle proprie prerogative e ai propri obblighi nei confronti di Dio e dell’uomo, proibendo addirittura per prima ai propri fedeli l’esercizio dell’attività rituale e del culto comunitario. Ecco allora che si prospetta il satanico rischio che dalle “stimmate” dei santi si giunga a condannare direttamente Colui di cui quei “dolorosi segni” rappresentano l’indizio di una presenza effettiva. Non ci si dovrà quindi stupire se i governanti illegittimi che attualmente usurpano i vertici dello Stato, avranno l’ardire di emanare leggi che rendano sempre più difficile, complicato e pericoloso l’accostamento della singola persona vocata al Sacro, prevedendo la loro amministrazione esclusivamente una massa informe di individui, appiattiti sul livello minimo di esistenza animale, in cui la profilassi sanitaria andrà a sostituire ogni benessere fisico, psichico e spirituale.

L’attacco all’essere umano dovendo essere integrale è inevitabilmente rivolto a tutte e tre le componenti che ne costituiscono l’insieme: quella corporea, quella psichica e quella spirituale; avendo quindi gioco facile nel perseguire e condannare le apparenti esagerazioni ascetiche, che si possono presentare sotto forma di sofferenze, privazioni, astinenze, digiuni, rinunce, sacrifici, disinteresse per il benessere fisico, ostilità per il corpo e accettazione gioiosa delle sue afflizioni, del tutto inconcepibili in un’ottica salutista; dimenticando che spesso tali pratiche si accompagnavano in passato con le riconosciute capacità curative e guaritrici a favore dell’umanità sofferente, acquisite in sovrappiù da coloro che seguivano simili percorsi.

Quando nel Vangelo si dice che Cristo «chiamati a sé i dodici suoi discepoli, diede loro podestà sopra gli spiriti impuri, affinché li scacciassero, e di curare tutti i languori e tutte le malattie», viene vanificato in eterno qualunque possibile comitato scientifico; ma, soprattutto, viene smascherata l’evidente diserzione delle autorità religiose, rassegnate a cedere il passo alla nuova religione sanitaria universale, dove le vaccinazioni sostituiranno il battesimo, mondando così l’essere umano dal peccato originale sanitario, e legandolo in perituro alla divinità cui è tributato il culto scientista.


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