Gli “ausiliari del covid”
Diciamo che non se ne può veramente più dell’esproprio della nostra attenzione a favore della miserabile cronaca sanitaria quotidiana che da tre mesi ci affligge; e forse sarebbe giunta l’ora di smetterla di dedicare tempo ed energie all’“umana commedia” della pelle da salvare ad ogni costo, tornando a concentrarci esclusivamente sui fatti e sulle vicende che riguardano lo Spirito, di gran lunga più importanti e fondamentali per il nostro destino terreno. Ma questa sacrosanta lotta che dovrebbe portarci a «non ci curar di loro, ma guardare e passare», viene continuamente vanificata o messa a dura prova dalle “brillanti” trovate che i nostri gestori (chiamarli governanti sarebbe, effettivamente, troppo!), partoriscono quotidianamente con instancabile caparbietà.
L’ultima l’ha combinata il Ministro degli affari regionali Francesco Boccia (che quando attraversa una porta è costretto a piegarsi!), il quale non si è saputo trattenere dal divulgare anzitempo la decisione di reclutare 60.000 “assistenti civici”, i quali dovrebbero avere il compito di vigilare sull’osservanza delle norme del distanziamento sociale e sull’uso dei dispositivi di protezione individuale (guanti, mascherine, igienizzanti e quant’altro) da parte della popolazione italiana: logica conclusione della strumentale enfasi messa nel denunciare la “pericolosità” della cosiddetta movida nella fase 2. Sapendo oramai da tempo che, ogni qualvolta i nostri aguzzini al governo mischiano la certezza del diritto alla sentimentalità più disgustosa e repellente, c’è sempre in agguato la fregatura (come insegna la ridicola richiesta di «un atto d’amore alle banche» da parte di Conte!), il fatto che il Ministro Boccia abbia tenuto a sottolineare che questi “ausiliari del covid” dovranno lavorare «con gentilezza», non promette assolutamente niente di buono.
Probabilmente si tratterà della medesima “gentilezza” che le forze dell’ordine, in questi mesi di reclusione forzata, hanno usato nei confronti di quei cittadini che, a loro insindacabile giudizio, si stavano comportando male; ai quali sono state comminate salatissime multe, nella maggior parte dei casi senza alcun presupposto di autentica pericolosità nei comportamenti sanzionati. In realtà, ci troviamo di fronte a un ulteriore potenziamento di quelle Unità Repressive degli Spietati Scientisti (URSS), ipotizzate in un nostro precedente intervento, che rischiano di trasformare in un incubo permanete l’esistenza di tutti quanti noi, distruggendo in modo irreparabile il tessuto sociale e i rapporti umani nelle nostre comunità.
E, a proposito di sorveglianti, va detto che è possibile stilare una graduatoria ideale del grado di vigliacca carognaggine delle varie categorie poliziesche, basandosi sull’esperienza personale di ognuno di noi: dal rigoroso carabiniere all’ambivalente poliziotto, dal corruttibile finanziere al parziale familismo del vigile urbano, fino a giungere al livello più infimo (ed economicamente interessato!) che è quello dell’ausiliario del traffico. Per cui, affidare a quest’ultima genia il delicato compito di gestire la fase due dell’emergenza sanitaria, non potrà che accentuare le propensioni e le tendenze delatorie di una buona parte della popolazione italiana, senza nemmeno l’alibi della divisa: simbolo e presupposto di una qualche formazione e responsabilità. Col fondato rischio di creare le condizioni, nei casi estremi e con le persone esasperate, per reazioni violente, che potranno anche arrivare all’omicidio.
La società tradizionale, come nel giusto ed equanime feudalesimo medioevale o nell’Antico Regime, si basava fondamentalmente sulla fedeltà e, di conseguenza, sulla fiducia reciproca fra i vari corpi che costituivano quella società: essendo la fiducia una qualità tipica delle nature nobili, a prescindere dalla classe o categoria d’appartenenza. Per cui, il fatto stesso che il potere attuale dimostri una totale sfiducia nei confronti dei propri sudditi, prova in maniera tangibile ed inequivocabile l’assoluta ignobiltà degli individui che lo gestiscono illegittimamente.