Bob Hope
Conduttore radiofonico, attore comico, barzellettiere e battutista inglese, naturalizzato americano dopo il trasferimento della famiglia negli Stati Uniti agli inizi del ‘900, Bob Hope fu interprete di numerosissimi film al fianco dell’amico Bing Crosby — con l’immancabile duetto canoro fra i due — a base di ottimismo sentimentale e confortante umorismo, in perfetto stile americano. Egli è stato, inoltre, ideatore di un’infinità di sintetiche facezie e ingegnose battute, del tipo: «Capisci che stai invecchiando quando le candeline costano più della torta»; «La banca è un posto dove vi prestano del denaro se potete dimostrare di non averne bisogno»; «La buona notizia è che Gesù sta tornando. La cattiva notizia è che è davvero incazzato». Famoso per il suo impegno civile, fu un convinto sostenitore degli interventi militari all’estero degli Stati Uniti — “disinteressati” esportatori di non richiesta democrazia! — esibendosi per le truppe americane già a partire dalla Seconda Guerra Mondiale, per poi continuare in Vietnam, in Libano e nella prima guerra in Iraq condotta da Bush padre. Per quanto Bob Hope rappresentasse il perfetto stucchevole tipo dell’eterno bambinone americano, concentrato su due o tre (al massimo!) bisogni primari, lo si può comunque considerare una divertente e innocua macchietta, in grado di strappare sempre un piacevole sorriso.
Ma, purtroppo, le cose si complicano quando lo si “traduce” in italiano, poiché in tale versione egli si trasforma in brutto ceffo, malevola persona e fonte di gratuite cattiverie. Un “giovane vecchio” che possiede e incarna a pieno titolo il pedigree originale della peggiore tradizione comunista: naturalmente e coerentemente solidale e funzionale agli sviluppi più estremi e più feroci del capitalismo terminale. Dal letame comunista che ne ha nutrito il rachitico sviluppo egli ha, infatti, tratto quel marchio di fabbrica indelebile che in altre epoche gli avrebbe assicurato, se non ruoli di vertice, almeno quello di oscuro burocrate alla direzione di uno dei tanti Gulag collocati oltre il Circolo Polare Artico.
Luoghi di detenzione dove, al pari delle odierne angherie e vessazioni sanitarie dettate dal Ministero della Salute, si impartivano ordini insensati e disposizioni inutilmente punitive; come quando si obbligavano i detenuti a dormire con almeno un braccio fuori dalle coperte, nelle fatiscenti baracche in cui le temperature notturne scendevano di diverse decine di gradi sotto lo zero. Prigionieri innocenti finiti in quell’infernale tritacarne in base all’interessata denuncia e segnalazione (non a caso recentemente invocata dal nostro Bob/Roberto!) da parte di ignobili vicini spioni o invidiosi colleghi di lavoro delatori, in nome della salvaguardia del sistema e del benessere sovietico. Reiterando la medesima ottusità e obbedienza cieca di coloro che, “segando” allora il ramo su cui poggiava e dal quale traeva nutrimento l’intera società russa, sterminarono la classe contadina, oggi si procede, in nome di un’idea astratta e indimostrata di salute, al folle strangolamento delle piccole attività economiche e commerciali, a vantaggio dei colossi mondiali del web e delle vendite on line, per i quali incessantemente “macina” il mulino generosamente dato in affidamento a simili squallidi personaggi.