Idee sulla tradizione
Non possiamo più ritrovarla, noi. Perché una tradizione è trovata, ci si trova dentro, ci assorbe, ci si nasce, non si cerca, non si sceglie, è un dato, si prende con la famiglia. Il capitale di denaro non ha tradizione. Può trasportarsi di qui e di là. Perciò gli israeliti non sono tradizionalisti. Il possesso delle terre per l’aristocrazia, le botteghe, il mestiere, sono organi della tradizione. Io ho vissuto fuor di patria (impiegato mio padre), violentemente fuori dello spirito italiano, contro la letteratura, l’arte e la religione italiana. Ora forse da queste nuove condizioni d’oggi nostre – non dico mie – potrà nascere una nuova tradizione; e occorreran secoli per farla accordare con l’altra, la cattolica, per esempio. Ma è certo che la tradizione italiana io non la troverò più.
Croce è proprio l’uomo della tradizione italiana, di famiglia, studi, caratteri, abitudini. C’è nato, ci passa ancora per quanto se ne levi e si alzi. È il ramo sul tronco. Noi potremo esser tutt’al più augel su frasca, altalenarci sopra: ma non farci il nido e poppar la linfa stessa di quell’albero dalla terra comune. La tradizione è come la verginità. Non si ritrova più. Dalla tradizione si può camminare verso la libertà – e quale soda libertà! – ma non viceversa. Noi sentiremo sempre quello strappo. E questo è un problema anche per l’educazione. Educare nella tradizione quando non ci si è. E, d’altra parte: educare sapendo che a resistere senza tradizione occorre molta fibra e soffrire tanto di solitudine.
(Giuseppe Prezzolini, Diario 1900 – 1941: 14 dicembre 1910)