Cure e rimedi |
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Viaggio al termine della Sanità La genesi e la distruzione del servizio sanitario nazionale (III)
Le occasioni mancate Nel 1984 esisteva il Comitato di Gestione e un Presidente alla direzione delle ULSS, i cui membri riflettevano le rispettive rappresentanze politiche, in parlamento. Erano i tempi del pentapartito (DC-PSI-PSDI-PRI-PLI) guidato dal primo governo Craxi. Un periodo di crescita, di percorsi migliorativi, e per i neoassunti, di corsi professionali seguiti con partecipazione, per ricavare preziose indicazioni e aggiornamenti clinici. La sanità pubblica godeva ancora di una apprezzabile autonomia dal potere politico, che permetteva ai responsabili delle strutture certi margini di intervento, per esempio nel momento in cui si manifestava una carenza di medici. Per eludere i ritardi nell’espletamento di incarichi e concorsi, si ricorreva, previo accordo tra Primari e Presidenti delle ULSS, alla chiamata diretta di un’unità, a prestazione straordinaria, ovviamente per un periodo molto limitato. Purtroppo questo equilibrio di cooperazione e crescita professionale, degenerò ben presto, con l’ingerenza degli enti privati, che presero accordi diretti, a volte sottobanco, con primari e aiuti anziani, infischiandosene dei loro doveri: il loro scopo era crearsi un’immagine di qualità, sfruttando l’esperienza acquisita dai medici nell’attività ospedaliera. L’adesione iniziale fu contenuta e la loro attività era esercitata fuori dall’orario di servizio, ma l’occasione, risvegliò in alcuni la sete di guadagno e, forti di un’autorità fino ad allora indiscussa, eseguirono attività private, pur timbrando nel posto pubblico. Questi Primari, pur di accrescere i propri profitti, compromisero la loro autorità legittima, e fornirono ad una frangia delle istituzioni, il pretesto per varare nuove leggi che ridussero, nel giro di pochi anni, l’autonomia professionale e individuale dei dipendenti sanitari. Conflitti di classe ospedalieri I primi attacchi partirono da un fronte interno di aiuti, ex sessantottini, molto ambiziosi e pronti a sfruttare le circostanze. Una piccola, ma agguerrita schiera di medici, fortemente ideologizzati dalla loro pregressa esperienza extra-parlamentare, anche se ufficialmente iscritti all’ANAAO, i cui dirigenti sindacali però, pur essendo estranei ai metodi utilizzati, non sempre presero le dovute distanze da costoro. In questo clima di conflitti interni, molti amministrativi, che nutrivano un’invidia malcelata nei confronti della categoria medica, colsero l’occasione di una rivalsa personale e, appoggiati dalla stampa, iniziarono la loro caccia ai “colpevoli”, specie se si trattava di medici influenti, (1) ignorando volutamente la maggioranza silenziosa, che operava con impegno. Questo corpo amministrativo, spalleggiato da forze politiche e sindacali, si trasformò, da gestore delle risorse, in ferreo controllore del personale sanitario, il cui ruolo veniva relegato esclusivamente alla propria attività, senza alcuna voce in capitolo nelle scelte tecniche e organizzative, e successivamente privato del diritto di esprimere determinate opinioni sul posto di lavoro. Le nostre osservazioni non intendono coprire, né tantomeno difendere, le scorrettezze e le trasgressioni professionali, di chi ha meritato i provvedimenti e le sanzioni, applicate dai garanti della legalità. Malgrado ciò, è incresciosa la viltà di quei colleghi ambiziosi e meschini, che hanno cospirato alle spalle di validi professionisti, con l’unico scopo di subentrargli nella conduzione dirigenziale. Il loro moralismo intransigente, ammantato da un’utopistica ideologia di eguaglianza sociale, che mentre condannava i malcostumi dei loro capi, giustificava la delazione verso un collega, ha calpestato le basi della deontologia medica. (2) Una cultura giustizialista di matrice bolscevica, ritornata attuale con l’ingresso in politica del Movimento 5 Stelle. Sparivano così i Dirigenti carismatici del recente passato, la cui autorità era riconosciuta da tutti e pronti a silenziare una platea con un cenno della mano; Primari che, senza offendere il prossimo, sapevano rimproverare con benevolenza, ed erano meritevoli di rispetto. Diversamente, questi camici bianchi approdati ad un ruolo apicale, hanno costantemente esercitato il potere con prepotenza e arroganza, direttamente proporzionate al servilismo mostrato verso i loro diretti superiori; il loro atteggiamento quotidiano, è stato caratterizzato dall’assenza di umiltà (3), e spesso anche di umanità. Il ridimensionamento del potere decisionale dei primari, provocò una rapida disgregazione dello spirito corporativo medico e fece emergere meschini opportunismi individuali, a scapito di una continuità assistenziale ai pazienti; il lavoro di equipe, tanto decantato, fu sostituito da un frequente “Via col Vanto” dove tutti erano artefici di un successo ottenuto, ma nessuno responsabile di un errore o inadempienza. Dall’aborto all’utero in affitto: la sanità, testa di ponte per il nuovo ordine L’affermazione dei nuovi tipi umani, che arrivavano al potere, promotori dell’ideologia infetta generata dal ’68, non era una semplice alternanza generazionale, ma determinava una trasformazione dei modelli che avevano puntellato la società fino ad allora. Era la rivoluzione dell’uomo che rifiutava la fede dogmatica del Sacro, ma risoluto a sottomettersi, in modo cieco e inconfutabile, al credo della scienza; uomo che scherniva qualsiasi conoscenza antica, definendola oscurantismo, ma accettava acriticamente la superstizione del progresso. Una sostituzione di valori, funzionali ad un cambiamento sollecitato da tutta l’area della sinistra, il cui storico obiettivo era scardinare la gerarchia esistente per sostituirla con una nuova classe dirigente, fedele al movimento e priva di scrupoli morali (4). I risultati acquisiti, li accenniamo per dovere di cronaca, esulando dal presente argomento. Iniziamo dalla Legge 194 che ha legalizzato l’aborto, alla Legge 578 che stabilisce la morte cerebrale per consentire i trapianti d’organo, dalla sperimentazione genetica per “curare” malattie rare, alle manipolazioni cromosomiche per sostenere la teoria gender, dalla fecondazione assistita, all’utero in affitto, dalle vaccinazioni multiple nell’età infantile, alla legalizzazione dell’Eutanasia. Rimandiamo ad autori più qualificati, quali M. Blondet (5), G. Marletta - E. Perucchietti (6), gli approfondimenti sulle materie in questione. Il loro comune denominatore è una ostinata violazione delle leggi naturali, che conduce direttamente alla profanazione di tutto ciò che è Sacro in natura. Tra le tecniche utilizzate è ben nota la finestra di Overton, che riesce a rendere accettabile una cosa (o un’idea) che in origine appariva inaccettabile; Overton è una teoria di ingegneria sociale che, per destituire un’opinione comune, presuppone il favoreggiamento di stampa e media televisivi, e arruola personaggi dello spettacolo e famosi influencer, istruiti ad abbattere resistenze e pregiudizi, verso il nuovo concetto, che deve essere approvato e benaccetto da tutti. (7)
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