Poesia |
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Le ragioni della Fede e la fede nella ragione La Fede, nei secoli scorsi, ha mosso masse, senza tanti discorsi. Essa dava forza e coraggio ché questa vita era solo un assaggio di quella Eterna, imperitura che ricongiunge l’Uomo alla Natura. Morire per la Patria era un onore, non di meno morire per il Signore. La paura monta e ci assale ch’è arrivato oggi il male. Qualcuno avrebbe detto “non è niente”: era il Papà … e ci credevamo fermamente. Le brutte notizie erano nascoste con intelligenza nel cassetto riposte che la paura spiattellata dirimpetto avrebbe indebolito un corpo già infetto. La morte ci assilla in questi giorni e l’umanità sembra usare solo i corni, non la Ragione che sarebbe di aiuto se si cogliesse di ciascuno il contributo. Le menti sono divise in bue blocchi: chi a favore, chi contro: poveri sciocchi. Noi siamo in mezzo ad un duello che non è edificante né bello. Non lo è neppure per la Ragione che col sillogismo eviterebbe la tenzone se solo si ascoltassero le parti, entrambe, senza aprioristici scarti. La Ragione stessa è stata divisa: c’è quella puntuale, attenta, derisa e c’è quell’altra che non ammette commenti, né dubbi né discorsi né avvicinamenti. Essa è così in alto giunta che a valore di fede è stata assunta. Allo stesso modo ci sono due scienze quella ricercatrice, aperta a tutte le esperienze e quella “certa”, “statica”, “informatrice” che si è assunta il ruolo di “Governatrice”. Dunque, c’è la scienza che segue il destino della ragione con valore “divino”. Tale scienza ci dà buoni consigli di vivere i nostri giorni come conigli e ogni forma di virus strana ci farà rientrare nella nostra tana. E così, dalle ragioni della Fede che hanno sostenuto chi ci crede, si è giunti alla fede nella ragione, ma solo ad una parte della ragione, quella prepotente … che non ragiona e, magari, obbedisce a mammona. Ut
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